Il carcere di Porto Azzurro
Marigliano – Una fuga degna di un romanzo storico, ma con un finale già scritto. Un detenuto 42enne, originario di Marigliano, ha vissuto la sua personale versione dell’evasione di Napoleone dall’Elba, salvo essere ripreso dai Carabinieri pochi giorni dopo nel suo paese d’origine.
Il parallelo con il celebre condottiero francese non è casuale. Il 26 febbraio 1815, Napoleone fuggì dall’esilio elbano a bordo della nave Incostant per riconquistare la Francia, dando inizio ai “Cento Giorni”. 210 anni dopo, il 26 giugno 2025, il 42enne – detenuto nel carcere di Porto Azzurro per rapina, violenza e minaccia a pubblico ufficiale – sfrutta un permesso lavorativo a Campo nell’Elba e non fa più ritorno in cella.
La sua fuga, però, dura ben meno di quella di Bonaparte. Se Napoleone raggiunse la Francia, l’uomo ha fatto rotta verso Marigliano, in provincia di Napoli, dove vive la sua famiglia. Ed è proprio lì che i Carabinieri della stazione di San Vitaliano lo hanno rintracciato e arrestato.
Ora l’uomo è agli arresti domiciliari, in attesa di giudizio, ma alla sua già pesante situazione giudiziaria si aggiunge un nuovo reato: evasione.
Una vicenda che riporta l’attenzione sul tema dei permessi lavorativi per i detenuti, strumento fondamentale per il reinserimento sociale ma che, in casi come questo, può trasformarsi in un’occasione per tentare la fuga.
Intanto, a differenza di Napoleone – che almeno per qualche mese riconquistò il potere – il 42enne mariglianese è tornato dietro le sbarre (seppur virtuali) in soli due giorni. Una “campagna” lampo, ma senza gloria.
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Questa storia di fuga ricorda un pò la storia di Napoleone ma la fine è ben differente. L'uso di permessi lavorativi per i detenuti è un tema importante ma ci sono rischi come questo. Spero che si prenda più attenzione su questa questione.