Nuovo capitolo nel processo per la barbara uccisione di Giulio Giaccio, il 26enne muratore di Pianura rapito e sciolto nell’acido nel 2000 a causa di un tragico scambio di persona.
Nell’ultima udienza davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Napoli, i presunti mandanti dell’omicidio — già condannati a 30 anni di carcere in primo grado — hanno presentato una proposta risarcitoria migliorativa ai familiari della vittima.
Le parti civili sono assistite dall’avvocato Alessandro Motta, mentre la Fondazione Polis partecipa al processo con il legale Gianmario Siani. Il procedimento riprenderà il prossimo 19 luglio con la requisitoria del procuratore generale. La notizia è stata pubblicata stamane dal quotidiano Il Roma.
In primo grado, celebrato con rito abbreviato, erano stati condannati Carlo Nappi e Salvatore Cammarota, ritenuti esponenti apicali del clan Polverino e accusati di essere i mandanti del delitto. Dieci anni di reclusione erano stati inflitti, invece, al collaboratore di giustizia Roberto Perrone, reo confesso.
Un secondo filone processuale coinvolge altri tre imputati: Salvatore Simioli, Raffaele D’Alterio e Luigi De Cristofaro, accusati di aver partecipato alle fasi esecutive del sequestro e dell’omicidio.
A marzo del 2024 i nuovi arresti grazie al pentito Giuseppe Ruggiero
A marzo 2024, un ulteriore sviluppo: grazie alle rivelazioni del neo pentito Giuseppe Ruggiero, sono finiti in carcere anche Raffaele D’Alterio, Luigi De Cristofaro (alias “‘o mellone”) e Salvatore Simioli, detto “‘o sciacallo”.
L’iter giudiziario continua a tenere viva la memoria di Giulio, simbolo di una giustizia che non dimentica le sue vittime.
Articolo pubblicato il giorno 10 Giugno 2025 - 07:09