È in libreria “Sotto attacco di panico – La mia storia, il mio burnout, la mia ripartenza”, il nuovo libro di Gabriele Parpiglia, edito da Mursia. La presentazione si terrà giovedì 5 giugno alle ore 18.30 al Gold Tower Hotel di Napoli (via Brecce a Sant’Erasmo, 185), l’autore dialogherà col conduttore e autore radio-tv Gaetano Gaudiero.
“Il mio nome è Gabriele Parpiglia e sono un uomo che convive con una malattia invisibile ma debilitante. Soffro di attacchi di panico, un nemico quieto che ha stravolto la mia esistenza. Ma oggi sono qui per condividere con voi la mia storia. E chissà, forse nelle mie parole riconoscerete un po’ anche della vostra esperienza, perché questa battaglia contro il panico accomuna molti di noi. Sì, questa è la mia storia, ma in fondo potrebbe essere anche un po’ la vostra”.
Non un diario personale, ma un racconto intenso di un cambiamento radicale. Non un manifesto, ma una testimonianza tutt’altro che neutra. È la voce di chi ha vissuto un’esperienza forte e ora vede con chiarezza. Gabriele condivide il suo mondo interiore con rigore, ironia e profondità, senza dare lezioni, ma mostrando cosa succede quando si smette di controllare tutto e di cercare l’approvazione, per dedicarsi, finalmente, a sé stessi.
“Ho conosciuto Gabriele qualche anno fa: avevamo programmato di incontrarci nel mio studio per un progetto letterario nel quale ero stata felicemente coinvolta. Gabriele era simpatico, gentile e molto generoso nel darci un suo punto di vista. Ma dopo poche battute io mi sentivo in un frullatore. Era un miscuglio di cose che mi faceva girare la testa. Non c’era nulla di scomposto in lui, anzi, mi è piaciuto il suo modo di essere: brillante, intelligente, ironico, eppure dopo poco una parte di me si è allarmata. Si muoveva con un’intelligenza rapida, a tratti incalzante, come se non potesse permettersi il lusso della lentezza. Una vitalità piena di idee, connessioni, entusiasmi. Ma a guardarlo bene, sembrava che tutto accadesse con un respiro trattenuto, come se vivesse in uno stato di emergenza costante. Mentre parlava, lo osservavo. E all’improvviso mi è venuto in mente un pensiero strano, non coerente con il nostro incontro: “Ma questo come fa a campare così?”. Aveva gli occhi grandi e inquieti, uno sguardo vivace e insieme stanco. Un sorriso che non arrivava mai fino in fondo, come trattenuto. E, attorno a lui, un’atmosfera che sembrava dargli forma e al tempo stesso divorarlo. Non si fermava mai. Il telefono vibrava ogni trenta secondi. Ogni frase veniva interrotta da una richiesta, una risposta, un’urgenza. Aveva la testa piena di idee, mille progetti, mille aperture. Ma c’era qualcosa di scomposto in quella densità. Una corsa senza ossigeno. Dopo un paio d’ore, gli ho chiesto se stesse bene sopra quelle montagne russe senza pause e lui mi ha raccontato qualcosa che ha dato forma al mio allarme iniziale: non dormiva. Due, tre ore per notte, forse. Si ammalava spesso, di continuo. Il corpo mandava segnali chiari, ma la testa era avanti, fuori fase, troppo occupata a tenere in piedi tutto per poter ascoltare. Quel tipo di esaurimento che non arriva all’improvviso. È un logorio, una faglia che si apre piano piano. E Gabriele era lì, inconsapevole. E nel frullatore c’era lui, io lo avevo solo sentito”.
Gabriele Parpiglia è giornalista, autore, produttore di serie TV e scrittore. Ha lavorato, tra gli altri, con Maurizio Costanzo e Maria De Filippi. È autore di reality, conduttore di programmi TV e podcast, e voce radiofonica da oltre un decennio, ma la scrittura è la sua vera passione.
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