Le quotazioni di gas e petrolio registrano un deciso aumento in scia alle crescenti tensioni geopolitiche, dopo l’attacco statunitense all’Iran e le minacce di Teheran di chiudere lo Stretto di Hormuz, cruciale per il transito delle risorse energetiche.
Ad Amsterdam, il prezzo del gas balza del 2% a 41,90 euro al megawattora in apertura di giornata. Sul mercato petrolifero, il Brent guadagna l’1,12% attestandosi a 77,88 dollari al barile, mentre il Wti sale dell’1,15% a 74,69 dollari. Nelle ultime ore, entrambi gli indici hanno toccato i massimi da gennaio, pur riducendo successivamente i guadagni.
Dall’inizio del conflitto, scattato il 13 giugno, il Brent è cresciuto del 13% e il Wti del 10%.
Il rialzo si riflette anche sui carburanti: secondo Staffetta Quotidiana, i prezzi medi di benzina e gasolio alla pompa hanno raggiunto i livelli più alti da aprile, con un balzo registrato già da venerdì.
Le tensioni pesano anche sulle Borse europee, che aprono la settimana in territorio negativo. A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,8% a 38.915 punti. Ribassi anche a Parigi (-0,52%), Francoforte (-0,46%) e Londra (-0,36%), con i mercati cauti in attesa delle mosse di Teheran.
L’incertezza geopolitica continua a dominare gli scenari economici, alimentando timori per la stabilità delle forniture energetiche globali.
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