Cure domiciliari a rischio a Napoli per 200 lavoratori
Napoli – È allarme sul fronte dell’assistenza domiciliare integrata garantita dal servizio SICuD dell’ASL Napoli 1 Centro: circa 200 lavoratori rischiano il posto in seguito alla scadenza, fissata per il 17 luglio, dell’attuale appalto con le cooperative affidatarie.
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A lanciare l’allarme sono le sigle sindacali FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, che hanno proclamato lo stato di agitazione e attivato le procedure di conciliazione previste dalla normativa vigente.
Il servizio SICuD rappresenta un presidio fondamentale per anziani, disabili e persone con patologie complesse, offrendo assistenza medica, infermieristica, riabilitazione e supporto all’autonomia direttamente nelle abitazioni degli utenti.
Tuttavia, a poco meno di un mese dalla scadenza dell’affidamento, regna ancora l’incertezza su come l’ASL intenda garantire la continuità del servizio e, soprattutto, tutelare i lavoratori attualmente impiegati.
“La preoccupazione è altissima – denunciano Marco D’Acunto (FP CGIL), Vincenzo Migliore (CISL FP) e Vincenzo Torino (UIL FPL) – non solo per la sorte di centinaia di operatori, ma anche per la tenuta di un servizio essenziale per migliaia di cittadini fragili”.
I sindacati sottolineano l’assenza totale di interlocuzione con la stazione appaltante, che non avrebbe mai risposto alle richieste di incontro, neppure all’ultima formale istanza del 23 marzo 2025.
Alla luce del silenzio da parte dell’ASL, le organizzazioni sindacali hanno deciso di attivare la procedura di conciliazione prevista dall’art. 2 della Legge 146/90, chiedendo la presenza della Regione Campania al tavolo di raffreddamento.
Un appello già lanciato in precedenza su altri canali, nella speranza che Palazzo Santa Lucia possa intervenire per scongiurare una crisi occupazionale e un possibile collasso dell’assistenza domiciliare sul territorio cittadino.
In un contesto dove la sanità territoriale rappresenta una leva strategica per la tenuta del sistema, soprattutto dopo le lezioni della pandemia, il rischio di discontinuità in un servizio come il SICuD appare inaccettabile. Le prossime settimane saranno decisive: i lavoratori attendono risposte, i cittadini non possono permettersi un’interruzione delle cure.
Restano aperti gli interrogativi su come verrà riorganizzato il servizio dopo il 17 luglio. La speranza è che il confronto venga avviato prima che sia troppo tardi, evitando che l’assistenza a domicilio diventi l’ennesima vittima del silenzio istituzionale.
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