Roma – La detenzione di un uomo di 94 anni nel carcere di Sollicciano, uno degli istituti penitenziari più degradati d’Italia, ha riacceso il dibattito sulla situazione dei detenuti anziani e sull’emergenza carceraria.
Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria (S.PP.), denuncia una situazione fuori controllo, con le carceri italiane che si avvicinano sempre più agli standard sudamericani.
Al 31 dicembre 2024, il Ministero della Giustizia ha censito 1.238 detenuti con più di 70 anni nei 191 istituti penitenziari italiani. Le regioni con il maggior numero di anziani reclusi sono la Lombardia (190), il Piemonte (133), il Lazio (130), la Campania (116) e la Sicilia (107). Sebbene manchino dati specifici sugli ultraottantenni, Di Giacomo stima che siano “decine” i casi di detenuti con più di 80 anni.
La problematica è amplificata dalla salute precaria di molti di questi anziani, come evidenziato dal tragico suicidio di un detenuto 83enne a Potenza nel luglio 2024. Questo scenario costringe il personale penitenziario ad assumere ruoli di assistenza diretta, trasformando di fatto gli agenti in veri e propri “badanti”.
Di Giacomo sottolinea come l’emergenza carceraria abbia raggiunto “il livello storico più allarmante di sempre”. Dall’inizio dell’anno, si è registrato il numero più alto in assoluto di morti in carcere (35) rispetto al primo trimestre degli anni precedenti.
Questi numeri, prosegue Di Giacomo, rendono “inequivocabilmente, le carceri italiane le peggiori in Europa”, avvicinandole a quelle sudamericane, un dato confermato dalle continue sentenze di condanna per lo Stato Italiano da parte degli organismi dell’Unione Europea in materia di giustizia e sistema penale.
La situazione è aggravata da un sovraffollamento cronico e da una grave carenza di organici. Il segretario del S.PP. evidenzia come lo Stato abbia perso il controllo non solo sulla tutela della vita dei detenuti, ma anche sulla sicurezza del personale: si contano in media 30 aggressioni a settimana agli agenti e il ritrovamento di circa venti telefonini a settimana, oltre a risse, proteste violente e tentativi di fuga.
Per superare il grave sovraffollamento, Di Giacomo propone soluzioni concrete, come il ricorso agli arresti domiciliari o il trasferimento in strutture di assistenza per la popolazione carceraria più anziana, auspicando un intervento deciso e immediato delle istituzioni.
Articolo pubblicato il giorno 11 Giugno 2025 - 15:40