La Corte di Appello di Napoli (presidente Mariella Montefusco) ha rideterminato le condanne nei confronti di due personaggi di spicco della camorra di Miano.
Si tratta dell’omonimo nipote del boss pentito Carlo Lo Russo e di quello che per un periodo è stato il reggente della cosca ovvero Luigi Russo detto Giggiotto, arrestato in Irpinia dopo un lungo periodo di latitanza.
I due erano accusati di aver fornito droga alla piazza di spaccio di Castello di Cisterna negli anni in cui il clan dei “Capitoni” avevano il controllo del traffico di stupefacenti in molte zone della provincia di Napoli.
A Carlo Lo Russo, alias Lellè, (difeso dagli avvocati Domenico Dello Iacono e Massimo Autieri) è stata applicata una sostanziale riduzione di pena, un anno e 8 mesi di carcere, perchè i difensori hanno fatto emergere le contraddizioni delle dichiarazioni del pentito Marco Di Lorenzo ma soprattutto le contraddizioni contenute nella sentenza di primo grado che aveva condannato Lo Russo a 8 anni di carcere.
In pratica Il Tribunale aveva condannato il nipote del boss con l’aggravante mafiosa ma senza applicare la continuazione con le precedenti sentenze di condanna degli esponenti della cosca di Miano. La Corte di Appello ha accolto le richieste dei due difensori che hanno sostenuto che non ci fosse l’aggravante mafiosa e che il reato dovesse essere considerato in continuazione con l’attività di fornitore di droga da parte del boss, riducendo la pena a un anno e otto mesi di reclusione.
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