Napoli– Una forte denuncia e un appello accorato alla politica regionale sono risuonati oggi a Napoli, dove Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ha guidato un presidio davanti alla Regione Campania.
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L’obiettivo è chiaro: chiedere al Consiglio Regionale di discutere e votare la proposta di legge di iniziativa popolare “Liberi Subito”, che mira a garantire tempi certi e procedure chiare per l’accesso al suicidio assistito, in linea con le indicazioni della Corte Costituzionale.
“Il Consiglio regionale della Campania continua a non discutere la nostra proposta di legge regionale per dare tempi certi di risposta ai malati con sofferenze insopportabili e irreversibili che chiedono di essere aiutati a morire,” ha dichiarato Cappato, affiancato da 75 persone in digiuno di protesta.
“Chiediamo a tutti i consiglieri e le consigliere regionali di non girare la testa dall’altra parte davanti alle sofferenze dei malati, di assumersi la responsabilità di una decisione, di approvare o respingere la legge regionale per l’attuazione del diritto che già esiste a livello nazionale all’aiuto alla morte volontaria.”
L’iniziativa odierna nasce dalla paralisi istituzionale che ha bloccato l’iter della proposta di legge. Il 25 marzo scorso, il testo era giunto in Aula per la discussione, ma il dibattito è stato rinviato a causa di un “cavillo tecnico” sollevato dal presidente del Consiglio Regionale, Gennaro Oliviero, che aveva promesso di riportare presto la questione in discussione.
Successivamente, il governatore Vincenzo De Luca ha richiesto l’avvio di consultazioni con tutti i soggetti coinvolti, inclusa la Conferenza Episcopale della Campania, di fatto congelando ogni progresso.
Per sbloccare la situazione, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso uno sciopero della fame a staffetta, iniziato lo scorso 18 aprile, che ha già raccolto oltre 75 adesioni tra cittadini, attivisti, giornalisti e rappresentanti istituzionali della Campania, tutti uniti nella richiesta di una rapida discussione e approvazione di “Liberi Subito”.
L’appello di Cappato e dei manifestanti è un monito alle istituzioni affinché non ignorino il grido di aiuto di chi soffre e chieda dignità nella scelta del fine vita.
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