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Scampia, nasce la Sartoria Sociale in bene confiscato alla camorra

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Napoli – Da simbolo del potere camorristico a faro di legalità e opportunità: in via Roma verso Scampia n. 110, un bene confiscato alla criminalità organizzata si trasforma in un centro di speranza.

Qui prende vita @fattoascampia, una sartoria sociale inclusiva, cuore pulsante del progetto “Tessitori di Bene”, sostenuto dalla Fondazione Con il Sud nell’ambito dell’Avviso “Beni confiscati alle mafie 2023”.

Il progetto, promosso dalla Fondazione Città Nuova Ets in partenariato con l’Associazione di promozione sociale Chi rom e … chi no, dalla Fondazione Jorit e da L’Orsa Maggiore cooperativa sociale, è il frutto di un percorso lungo e appassionato.

La sartoria @fattoascampia vanta tra i suoi soci 16 giovani donne del quartiere, che, dopo aver abbandonato la scuola ed essere state segnalate dai servizi sociali, hanno completato un percorso di istruzione e formazione professionale.

Oggi sono pronte non solo a lavorare, ma anche a formare altri ragazzi di Scampia, creando un vero e proprio hub sociale orientato all’integrazione lavorativa ed economica.

La Voce delle Istituzioni e delle “Sartine”

All’evento di avvio dei lavori hanno partecipato numerose autorità, a sottolineare il valore dell’iniziativa. Presenti l’assessore alla Legalità della Regione Campania, Prefetto Mario Morcone, il presidente della Fondazione Con il Sud, Professor Stefano Consiglio, Roberto Sanseverino, presidente della Fondazione Città Nuova, e Nunzia Ragosta, dirigente del Comune di Napoli dell’Ufficio Beni confiscati. Un contributo fondamentale arriva anche dalla Fondazione Jorit, presente con il noto street artist.

“In Campania stiamo facendo un grande lavoro,” ha dichiarato Mario Morcone. “La restituzione di quello che la criminalità ha strappato ai cittadini porta posti di lavoro ai giovani e innovazione. Questa è la strada giusta. Finalmente si comincia a capire che al bene confiscato non si legano attività di ‘nicchia’ ma tutto può trasformarsi in vere opportunità di futuro.”

Roberto Sanseverino ha evidenziato il duplice significato del progetto: “Abbiamo tolto un bene alla criminalità e allo stesso tempo abbiamo dato la possibilità ai ragazzi di immergersi nel mondo del tessile formandoli come sarti. Abbiamo iniziato sei anni fa con sedici ragazze, oggi abbiamo 122 partecipanti. È un grande successo. Legalità non significa non rubare ma significa avere un lavoro dignitoso, diritto alle ferie, maternità e pensione.”

A testimoniare il successo dell’iniziativa è stata anche Alessia, una delle “sartine” di Scampia: “Scegliere questo percorso mi è servito tantissimo. Sono felice di quanto costruito con tutte le persone che mi hanno affiancato. All’inizio avevo un po’ di dubbi, anche per inesperienza. Guardandomi indietro, posso dire che non ho mai fatto scelta migliore. Tutti insieme raggiungeremo ulteriori soddisfazioni.”

Il progetto mira a creare un polo di sviluppo integrato in una delle aree più fragili di Napoli, Secondigliano-Scampia, favorendo crescita sociale, culturale ed economica attraverso l’imprenditoria sociale.


Articolo pubblicato il giorno 22 Maggio 2025 - 20:50

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