Il 1° maggio 2025, al Cinema Nexus del Maximall Pompei, è stato proiettato Nero, il sorprendente film d’esordio alla regia di Giovanni Esposito, che si è rivelato un’opera intensa e sorprendente. Presentato in anteprima al 42° Torino Film Festival, il film ha riscosso consensi per la sua capacità di fondere realismo sociale e elementi di realismo magico.
La trama segue la storia di Nero, un piccolo delinquente di mezza età che vive di piccoli crimini per mantenere la sorella Imma (interpretata da Susy Del Giudice) , affetta da disturbi mentali. Durante una rapina, Nero uccide per errore un benzinaio, ma scopre di avere un dono straordinario: può guarire le persone strappandole alla morte. Tuttavia, ogni guarigione comporta per lui la perdita di uno dei cinque sensi, portandolo a interrogarsi sul significato del sacrificio e dell’altruismo .
Giovanni Esposito, noto per i suoi ruoli comici, dimostra una notevole maturità artistica sia come regista che come attore, offrendo un’interpretazione toccante del protagonista. Accanto a lui, Susy Del Giudice, sua moglie nella vita reale, interpreta magistralmente Imma, la sorella di Nero. Il suo ruolo, privo di dialoghi e ricco di espressività corporea, è stato preparato con dedizione, includendo un lavoro di ricerca e osservazione in centri specializzati .
Durante l’anteprima l’attore-regista ha raccontato come è nato questo film, scritto in collaborazione con Francesco Prisco, e di come è stata importante la scelta degli attori giusti. I temi sociali affrontati non sono per nulla secondari, anzi raccontano la realtà dei luoghi in cui è stato ambientato il film dove gli extra-comunitari vivono da anni in quelle zone. Il film è ambientato tra Mondragone ,Castel Volturno, lago Patria e anche Pollena Trocchia.
La fotografia di Daniele Ciprì contribuisce a creare un’atmosfera che oscilla tra il reale e il surreale, enfatizzando le emozioni dei personaggi e le sfumature del racconto . Il film affronta temi profondi come il senso del sacrificio, l’altruismo e la redenzione, offrendo una riflessione sull’umanità e sulle scelte morali.
Nel film Nero, Susy Del Giudice offre un’interpretazione straordinariamente intensa e realistica del personaggio di Imma, sorella autistica del protagonista Paride, detto Nero. La sua recitazione, priva di dialoghi convenzionali, si esprime attraverso sguardi profondi, gesti misurati e una sensibilità palpabile, riuscendo a trasmettere la complessità emotiva del personaggio. Per prepararsi al ruolo, l’attrice ha collaborato con la dottoressa Alessandra Borghese, esperta nel campo dell’autismo, e ha trascorso del tempo in centri specializzati per comprendere meglio le dinamiche di questa condizione.
L’attrice, ai nostri microfoni, ha raccontato di come è stato difficile ed intenso entrare nel personaggio di Imma, anche perchè lei non aveva mai conosciuto una persona autistica. Per riuscire al meglio ha studiato tantissimo : in quel periodo evitava di entrare in contatto anche con gli stessi familiari per non perdere il lavoro fatto di calarsi nel personaggio. Il risultato è una interpretazione vera.
Il film si distingue per la sua capacità di affrontare temi sociali delicati, come il disagio e l’integrazione, rappresentando la comunità africana nella provincia di Caserta in modo sottile ma significativo. Attraverso la storia di Paride e Imma, viene esplorato il legame familiare profondo che supera ogni difficoltà.
La narrazione evita stereotipi e sentimentalismi, offrendo una rappresentazione autentica dell’autismo e delle sfide quotidiane che comporta. Un esempio emblematico è la scena in cui Paride, sopraffatto dalla frustrazione, schiaffeggia la sorella, evidenziando la complessità e le tensioni reali che possono emergere in tali rapporti.
Nero è un film che lascia lo spettatore con molte domande e il desiderio di conoscere il seguito della storia. Il titolo stesso racchiude l’essenza del film, simboleggiando il viaggio interiore di Paride, il suo sacrificio finale e la lotta personale che ognuno di noi affronta di fronte alle difficoltà della vita. Un’opera che, attraverso il realismo magico, invita a riflettere sul significato del sacrificio e sull’importanza dell’empatia e della comprensione.
Inoltre l’interpretazione di Anbeta Toromani nel ruolo di Alba, un’ex fiamma di Paride, aggiunge una dimensione profonda e toccante alla narrazione. Conosciuta principalmente per la sua brillante carriera come ballerina professionista, Anbeta porta sullo schermo una presenza scenica intensa e raffinata, che arricchisce il personaggio di Alba con una delicatezza emotiva palpabile
Alba rappresenta il passato non risolto di Paride, un legame mai completamente chiuso che riaffiora nel corso della storia. Attraverso il suo personaggio, il film esplora le cicatrici lasciate da esperienze traumatiche come l’immigrazione e la difficoltà di integrazione nella provincia di Caserta. In una scena particolarmente significativa, Alba condivide con Paride il ricordo doloroso del suo passato, simboleggiato da una cicatrice che porta sul corpo, emblema delle sofferenze vissute e monito di ciò che non vuole più rivivere.
La performance di Anbeta è caratterizzata da una recitazione misurata e intensa, che comunica profondamente attraverso sguardi e gesti, senza bisogno di parole eccessive. La sua esperienza nel mondo della danza si riflette nella capacità di esprimere emozioni complesse con movimenti sottili e controllati, conferendo al personaggio una forza silenziosa ma potente.
La presenza di Alba nel film non solo arricchisce la trama principale, ma offre anche uno sguardo autentico sulle difficoltà di chi ha vissuto esperienze di emarginazione e cerca di ricostruire la propria vita. Attraverso il suo personaggio, Nero affronta temi di dolore, resilienza e speranza, rendendo la storia ancora più profonda e coinvolgente.
Il film Nero è un’opera che colpisce per la sua originalità e profondità emotiva, confermando Giovanni Esposito come un talento poliedrico nel panorama cinematografico italiano.
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