Napoli si scatena con una mostra esplosiva dedicata al genio ribelle Pablo Picasso, che porta in scena 103 opere da collezioni private per esplorare le sue folli sperimentazioni artistiche, le influenze rivoluzionarie e le amicizie che hanno sconvolto il mondo dell’arte.
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Dal 10 maggio al 28 settembre, nella Basilica di Santa Maria alla Pietrasanta di Napoli-Lapis Museum, questa esposizione audace celebra mezzo secolo di vita del pittore andaluso, morto a 92 anni nel 1973, con un mix di dipinti, ceramiche e incisioni che non lesinano su temi provocatori e simbolismi audaci.
L’esposizione, intitolata ‘Picasso. Il linguaggio delle idee’, si divide in otto sezioni che catturano l’evoluzione selvaggia dell’artista, dalle sue collaborazioni con i Balletti russi alle ossessioni per maschere e circhi. Gli organizzatori promettono un tuffo nel caos creativo di Picasso, con opere che includono “riporta Picasso a Napoli, città che seppe conquistarlo e in cui soggiornò nel 1917, in occasione della messa in scena di Parade dei Balletti russi per i quali disegnò costumi e allestimento”. Tra le highlight, ci sono le stampe di costumi per Le Tricorne, ispirato al folclore andaluso, e un omaggio alle maschere come Pulcinella, che Picasso trasformò in un simbolo di ribellione nei suoi lavori.
Picasso, affascinato dalla commedia dell’arte e dal mondo circense, riempie la mostra con tributi ai saltimbanchi e ad Arlecchino, che dominano il suo “Periodo blu” con un’aria malinconica e irriverente. In bella mostra ci sono due after work: l’acquaforte e acquatinta Les Saltimbanques (The Acrobats) au chien del 1905 e la collotipia a colori Arlequin et sa compagne (Les Deux Saltimbanques) del 1901, che catturano l’essenza bizzarra delle sue influenze italiane. Non mancano le ceramiche, con 10 pezzi realizzati a Vallauris negli anni Cinquanta, dove Picasso ha sfidato le norme elevando l’artigianato a vera arte rivoluzionaria.
Tra le 33 stampe di disegni e le 15 fotografie che immortalano Picasso con amici come i fotografi Edward Quinn e André Villers, spicca l’unico dipinto ad olio: l’inedito ‘Paesaggio lussureggiante’ del 1930, attribuito all’amico Àngel Fernández de Soto. Questa raccolta, prodotta da Navigare srl e curata da Joan Abelló con Stefano Oliviero, è patrocinata da istituzioni come Regione Campania e Consolato di Spagna, promettendo di far vibrare Napoli con l’energia incontrollata del maestro.
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