È bastata una visita, semplice ma intensa, per lasciare un segno indelebile nel cuore della comunità di Montoro. Ed è da quel 7 settembre che gli abitanti della piccola frazione Piano, in provincia di Avellino, non hanno mai smesso di parlare di Robert Francis Prevost, all’epoca cardinale e prefetto del dicastero dei vescovi, ora diventato Papa con il nome di Leone XIV.
La memoria di quella giornata è oggi più viva che mai.Potrebbe interessarti
Da ieri pomeriggio, da quando il nome di Leone XIV ha fatto il giro del mondo, Montoro è diventato un piccolo altare del ricordo. Al bar del paese è stata messa in esposizione la tazzina con cui l’allora cardinale bevve un caffè, trasformata in una sorta di reliquia laica. Tutti ricordano la sua semplicità, la sua vicinanza concreta alla gente, e ora gli affidano una grande speranza: “Porti la pace dove c’è guerra”, è la frase che si ripete come un mantra nei vicoli del paese.
Maria, un’anziana del posto, conserva ancora il momento in cui Prevost volle sapere il suo nome: “Con quell’umiltà, sarà un grande Pastore della Chiesa”, dice. La visita si concluse dopo le 22 con una cena frugale nella casa della famiglia Santaniello, a base di mozzarella e un assaggio della famosa cipolla ramata di Montoro, prima di ripartire in auto verso Roma.







Commenti (2)
Questa storia de Robert Francis Prevost è molto interesanta e fa rifletire su come la gente può essere influenzata da una sola visita. Spero che continui a portare pace e speranza a Montoro come si dice nell’articolo.
È bello vedere come una persona può cambiare così tanto le cose in un posto. Le parole di Andrea sono toccanti e mostrano l’importanza di avere una figura così umile vicino alla comunità.