Napoli – Si è spento a Parma Francesco Mallardo, storico boss della camorra, la cui figura è indissolubilmente legata a uno dei colpi più duri inferti alla criminalità organizzata nel Napoletano.
A distanza di decenni, l’attuale assessore alla Legalità del Comune di Napoli, Antonio De Iesu, all’epoca dirigente del commissariato di Polizia a Giugliano, ricorda con soddisfazione quella notte del marzo 1992 che portò all’arresto di Mallardo e, poche ore dopo, di Gennaro Licciardi, detto “a’ Scigna”.
Quando fu catturato dalla polizia a Giugliano in Campania, Francesco Mallardo, noto come “Ciccio ‘e Carlantonio”, si nascondeva in un’anonima mansarda al settimo piano di un condominio di periferia.
“Quella notte assestammo un colpo durissimo alla camorra”, rammenta De Iesu, che nella sua carriera è stato anche questore di Napoli e vice capo della polizia.
Giunto nel grande Comune a nord di Napoli, De Iesu aveva subito puntato la sua attenzione sui “pezzi da novanta” della mala locale in ascesa. Mallardo, nonostante la sua caratura criminale, “viveva in un piccolo alloggio, arredato modestamente”, lontano da lussi e auto di grossa cilindrata. Ai vicini, prevalentemente napoletani trasferitisi in provincia per il sogno di una casa a prezzi contenuti, si era presentato come un imprenditore nel settore delle pulizie.
“I condomini di quella palazzina appresero chi fosse solo dopo il suo arresto, quando furono convocati in commissariato. Qualcuno riferì che qualche mese prima, in occasione del Capodanno, si erano scambiati gli auguri”, aggiunge De Iesu, sottolineando l’abilità del boss nel mimetizzarsi.
Agli agenti che si presentarono alla porta della sua abitazione, Mallardo non oppose resistenza. Ma la notte del 29 marzo 1992 riservò un’altra sorpresa.
Mentre Mallardo era ancora negli uffici del commissariato per le formalità di rito, i Carabinieri, a un posto di blocco lungo la circumvallazione esterna, intercettarono anche Gennaro Licciardi, “a’ Scigna”. Era a bordo di un’utilitaria che da Giugliano si stava dirigendo, molto probabilmente, verso Secondigliano. Licciardi è poi morto in carcere qualche anno fa.
La carriera criminale di Mallardo fu segnata da altre fughe e catture. Nel 2000, dopo essere evaso, fu nuovamente intercettato dalla polizia in un casolare di campagna, al confine tra Giugliano e Qualiano, mentre era a tavola con 12 persone, intento a mangiare fave e salumi. L’ultimo arresto, infine, avvenne nel 2003, nei pressi di Nola.
“In quella notte assestammo un colpo durissimo”, conclude con soddisfazione Antonio De Iesu, ricordando un’operazione che ha segnato la storia della lotta alla camorra.
Articolo pubblicato il giorno 29 Maggio 2025 - 15:05