Una giovane donna in fuga dal passato, un amore che sembra un’ancora di salvezza, ma che non basta a salvarla. “L’estate di Nanà”, secondo romanzo della giornalista e scrittrice Chiara Clausi, è una storia intensa, senza happy ending, che esplora le contraddizioni dell’animo umano e i limiti imposti dalla società. Pubblicato da Affiori, il libro racconta un tentativo di emancipazione fallito, un grido di libertà che si spegne lentamente.
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Chiara Clausi, nata in un piccolo paese della Calabria e oggi residente a Torino, ha all’attivo una carriera giornalistica internazionale e una produzione letteraria in crescita. Dopo il reportage Beirut au revoir (2022), frutto dei sei anni trascorsi in Libano, Clausi ha esordito nella narrativa con Claudine (2024), un romanzo più luminoso e ottimista. Con L’estate di Nanà, l’autrice vira verso toni più cupi e disillusi.
Protagonista del romanzo è Nanà, una giovane donna che lascia Napoli e i suoi eccessi – amicizie distruttive, droghe, violenze – per cercare una nuova vita a Roma. È un viaggio fisico e interiore, un tentativo di rinascita che passa attraverso l’amore per Nic, l’uomo con cui spera di ricominciare. Ma il passato, come spesso accade, non concede tregua. Nanà resta intrappolata tra quello che era e quello che vorrebbe diventare.
Quella di Nanà è una lotta impari contro le proprie radici e contro un destino che sembra già scritto. Il suo desiderio di cambiamento si infrange contro forze più grandi: dinamiche sociali invincibili, un senso di colpa che non si placa, una realtà che non perdona. “Nanà è una vinta”, afferma Clausi, “schiacciata da una forza sociale imbattibile”.
“Non volevo scrivere una storia consolatoria”, spiega l’autrice. “Mi interessava rompere con la narrativa del lieto fine a tutti i costi, spingere il lettore all’irrequietezza, far emergere il malessere e abbattere tabù borghesi.” Con L’estate di Nanà, Clausi si propone di superare la morale conformista, che a suo avviso ostacola il percorso verso la libertà individuale.
Il confronto con il precedente romanzo è inevitabile. “Claudine era più ottimista”, ammette la scrittrice, “ma sentivo che mancava qualcosa: il dolore, il disorientamento, quelle zone d’ombra con cui prima o poi ognuno di noi si confronta.” Il romanzo è stato recentemente presentato al Circolo dei Lettori di Torino, dove ha suscitato interesse per il suo approccio crudo e autentico.
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