Cronaca

Il detenuto napoletano in fuga si è lanciato dal Duomo di Milano

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Milano –  E’ stato riconosciuto dai tatuaggi Emanuele De Maria, il detenuto evaso venerdì scorso dal carcere di Bollate, dove stava scontando una condanna a 14 anni e 3 mesi per femminicidio e in fuga da due giorni dopo aver accoltellato un collega di lavoro.

Si è tolto la vita nel primo pomeriggio di sabato, lanciandosi dalle terrazze del Duomo di Milano. Alla sua identificazione si è arrivati attraverso i numerosi tatuaggi presenti sulle braccia.

Il 35enne era ricercato per aver accoltellato un collega, Hani F.A.N., all’esterno dell’Hotel Berna nella mattinata di sabato. De Maria era stato ammesso al regime di lavoro esterno e risultava irreperibile dalle 13.30 di venerdì, dopo essere uscito dalla casa circondariale.

Non solo: risulta scomparsa da venerdì anche Chamila Wijesuriyauna, 50 anni, collega e barista dello stesso hotel, che l’uomo avrebbe incontrato a Cinisello Balsamo poco prima di far perdere le proprie tracce. I carabinieri, temendo il peggio, stanno cercando eventuali tracce della donna nei pressi di un laghetto del Parco Nord di Milano, con l’ausilio dei sommozzatori e delle squadre SAF dei Vigili del fuoco.

L’allarme suicidio è scattato intorno alle 13.40. Sul posto sono intervenuti il 118, i Vigili del fuoco e la Polizia. Inutili i tentativi di rianimazione.

Le indagini, coordinate da Polizia, Carabinieri e Polizia Penitenziaria, proseguono per ricostruire le ultime ore del 35enne e chiarire il possibile legame tra la sua fuga, l’aggressione e la scomparsa della collega.

 


Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 11 Maggio 2025 - 16:20
Giuseppe Del Gaudio

Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d'azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: "lavorare fa bene, il non lavoro: stanca"

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  • In quest' articolo ci sono molti dettagli che non sono chiariti bene, come mai Emanuele De Maria ha agito in quel modo e cosa è successo a Chamila. Spero che le autorità trovino risposte per tutte le famiglie coinvolte.

    • E' vero, ma secondo me l'attenzione media su questi casi è troppo alta e non sempre utile. Dobbiamo anche considerare le cause sociali di tali comportamenti per evitare che succeda di nuovo.

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Giuseppe Del Gaudio

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