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Cellulari e droga nel carcere minorile di Nisida: due episodi in 48 ore

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Due nuovi episodi legati all’introduzione illegale di telefoni cellulari e droga all’interno dell’Istituto penale per minorenni di Nisida riaccendono l’allarme sicurezza nelle carceri minorili.

A renderlo noto è il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe), che attraverso il responsabile campano per il settore minorile, Federico Costigliola, ha elogiato l’intervento degli agenti.

Il primo episodio è avvenuto venerdì mattina durante una perquisizione ordinaria: un microtelefono è stato rinvenuto abilmente nascosto all’interno di un televisore. Il dispositivo, secondo le prime informazioni, era in uso a un detenuto straniero maggiorenne, ospitato all’interno dell’istituto minorile.

Il secondo intervento risale alla serata di sabato, quando gli agenti della Polizia Penitenziaria, al termine di un’operazione di osservazione, hanno intercettato lo scambio sospetto di una busta tra due celle del secondo reparto al primo piano.

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All’interno della busta, passata tra due detenuti italiani minorenni, è stato trovato un piccolo quantitativo di sostanza stupefacente.

“In entrambi i casi – ha dichiarato Costigliola – il personale ha dimostrato ancora una volta grande professionalità, riuscendo a riaffermare la presenza dello Stato in Istituto. Le operazioni si sono svolte in piena sicurezza grazie alla competenza degli agenti coinvolti”.

Sul tema è intervenuto anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, che ha denunciato le difficoltà operative del personale penitenziario: “Questi episodi sono il frutto di anni di politiche ipergarantiste nelle carceri, con detenuti spesso lasciati a gestirsi da soli e con provvedimenti come la vigilanza dinamica e il regime aperto, che hanno indebolito il controllo nelle sezioni”.

Capece ha poi sottolineato l’urgenza di misure strutturali: “È sempre più sentita l’esigenza di schermare gli istituti penitenziari per impedire il funzionamento dei telefoni cellulari introdotti illegalmente. L’introduzione del reato specifico nel Codice penale non è bastata: serve prevenzione reale, con strumenti tecnologici e risorse adeguate”.

Il Sappe torna così a chiedere interventi concreti per rafforzare la sicurezza negli istituti penitenziari, in particolare quelli minorili, sempre più esposti a traffici illeciti nonostante gli sforzi quotidiani delle forze dell’ordine.

Articolo pubblicato il 5 Maggio 2025 - 13:26 - A. Carlino

Commenti (3)

Concordo sul fatto che il tema della sicurezza è fondamentale, però sarebbe interessante sapere quali misure alternative si stanno considerando per affrontare questi problemi nel lungo termine.

È vero che la sicurezza nelle carceri è una questione complessa, ma dovremmo anche pensare a come possiamo migliorare le condizioni per i giovani detenuti e non solo concentrarci sulle problematiche.

L’articolo mette in luce situazioni di preoccupazione all’interno degli istituti penali minorili, ma è importante anche considerare che non tutte le strutture presentano gli stessi problemi e alcune funzionano bene. La sicurezza è cruciale.

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