Napoli – Un’ondata di verbali per guida con telefono in mano sta creando un caos amministrativo in Campania, con le Prefetture sommerse da richieste e incapaci di rispettare i tempi di legge per la notifica delle sospensioni delle patenti.
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I Carabinieri, con un approccio spesso eccessivo, hanno sanzionato in modo indiscriminato numerosi automobilisti, anche quando il telefono non era in uso, contribuendo a intasare un sistema già fragile e penalizzando cittadini che, in molti casi, avrebbero potuto essere semplicemente avvertiti.
Negli ultimi mesi, i Carabinieri della Campania hanno intensificato i controlli sulle strade, applicando l’articolo 173 del Codice della Strada, che vieta l’uso di apparecchi telefonici durante la guida. Tuttavia, molti automobilisti sono stati multati e hanno subito il ritiro della patente anche solo per avere il telefono in mano, senza utilizzarlo attivamente.
“Ero fermo al semaforo, con il telefono in mano per controllare un messaggio, ma non lo stavo usando mentre guidavo”, racconta un automobilista di Salerno. “Mi hanno sospeso la patente senza nemmeno ascoltarmi”.
Situazioni come questa si sono moltiplicate, con sanzioni che, secondo molti, potevano essere sostituite da un semplice richiamo verbale, soprattutto in assenza di un pericolo reale.
Il risultato di questo zelo eccessivo è un sovraccarico di lavoro per le Prefetture della Campania. Secondo la legge, quando i Carabinieri ritirano una patente, devono inviarla alla Prefettura entro 5 giorni, e questa ha 15 giorni per emanare e notificare l’ordinanza di sospensione al guidatore.
Tuttavia, l’enorme quantità di verbali ha mandato in tilt il sistema: le ordinanze non vengono emesse nei tempi previsti, e molti automobilisti non ricevono alcuna comunicazione.
“Sono passati 20 giorni e non ho saputo nulla”, ci scrive un lettore di Napoli. “Sono dovuto andare di persona in Prefettura per capire cosa stesse succedendo”.
Fortunatamente, per molti la visita in Prefettura si è risolta con una buona notizia: se l’ordinanza non viene emessa entro i 15 giorni previsti, la sospensione decade, e la patente viene restituita. “Sono tornato a casa con la mia patente, ma ho perso una giornata di lavoro”, lamenta un altro guidatore di Caserta.
Un caso simile è stato segnalato a Treviso a gennaio 2025, dove una professionista non aveva ricevuto la notifica di sospensione per settimane a causa di ritardi nei sistemi informatici della Prefettura, un problema che sembra ripetersi ora in Campania su scala più ampia.
La nota positiva è il personale della Prefettura di Napoli che si è dimostrato competente e disponibile risolvendo in pochi minuti il problema e restituendo la patente senza altro sbattimento. Questo conferma quanto è importante avere il buon senso nel cercare di limitare al cittadino i disagi inutili.
Questa situazione evidenzia una mancanza di equilibrio da parte delle forze dell’ordine, in particolare dei Carabinieri, nel gestire le violazioni. Sanzionare in modo indiscriminato, senza distinguere tra chi rappresenta un reale pericolo e chi potrebbe essere semplicemente richiamato intasa il sistema amministrativo.
Certo la legge è legge e va rispettata, ma senza mai perdere la misura del provvedimento che non va mai preso alla leggera, perchè un conto è sanzionare con un verbale , un conto è ritirare un documento importante come la patente che per molti costituisce uno strumento di lavoro indispensabile.
Inoltre una applicazione rigida crea disagi inutili ai cittadini e una ulteriore sfiducia nell’Arma dei Carabinieri che invece in tante situazioni si dimostra sempre come alleato e punto di riferimento per la popolazione. Le Prefetture, già alle prese con risorse limitate, non riescono a gestire il flusso di verbali, lasciando ovviamente i guidatori in un limbo burocratico.
Chi deve far rispettare la legge dovrebbe avere la capacità di valutare le circostanze e comprendere chi ha davanti: un automobilista distratto che chatta mentre guida non è lo stesso di uno che tiene il telefono in mano fermo a un semaforo. Intasare il sistema con verbali non necessari non fa che peggiorare le cose, come dimostrano i ritardi delle Prefetture e le lamentele dei cittadini costretti a fare la spola per riavere i loro documenti.
Il caos in Campania è un campanello d’allarme: serve un approccio più umano e sensato ; non ci si può limitare ad un’applicazione rigida e cieca delle norme. Al tempo stesso, le Prefetture devono essere dotate di risorse adeguate per gestire i procedimenti nei tempi previsti, evitando di lasciare i cittadini nell’incertezza. Fino ad allora, episodi come questi continueranno a generare frustrazione, dimostrando che, a volte, troppo zelo può fare più danni che benefici.
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