Napoli– “Mi ha detto che sarà il mio incubo e che farò la fine di mia figlia”. È la drammatica denuncia di Anna Lucarelli, madre di Gelsomina Verde, la 21enne vittima innocente della faida di Scampia, brutalmente uccisa nel 2004.
La donna ha raccontato di essere stata avvicinata lo scorso giugno, in occasione della prima udienza del processo per l’omicidio della figlia, da un familiare di uno degli imputati, il padre di un uomo accusato di aver scortato l’auto in cui Gelsomina fu sequestrata, torturata e poi assassinata.
Lucarelli ha riferito l’episodio a margine del processo di primo grado celebrato presso il Tribunale di Napoli, che ha portato alla condanna a 30 anni di reclusione per Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi. Le minacce sono ora al vaglio della Direzione Distrettuale Antimafia.
Nel frattempo, secondo fonti investigative, l’uomo che avrebbe rivolto le intimidazioni è stato arrestato per altri reati.
A gennaio 2024, dopo anni di battaglie legali, è arrivato anche il riconoscimento ufficiale dello Stato per Gelsomina Verde come vittima innocente di camorra, un passo atteso e simbolico per onorare la memoria di una ragazza strappata alla vita dalla violenza criminale.
Articolo pubblicato il giorno 7 Maggio 2025 - 21:46