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Bergamo piange il tifoso ucciso Riccardo Claris

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Una lite tra tifosi dell’Atalanta e dell’Inter è sfociata in omicidio sabato sera a Bergamo. Riccardo Claris, 26 anni, tifoso atalantino conosciuto come "Claris" nella curva Nord, è stato ucciso con una coltellata alla schiena in via dei Ghirardelli, a poche centinaia di metri dallo stadio.

Ad accoltellarlo sarebbe stato Jacopo De Simone, 19enne incensurato, che ha raccontato al magistrato di aver agito per difendere il fratello gemello.

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Secondo le ricostruzioni, tutto sarebbe iniziato con uno sfottò in un bar di borgo Santa Caterina, degenerato in una rissa. I tifosi dell’Atalanta, in superiorità numerica, avrebbero inseguito il gruppo di interisti fino nei pressi dell’abitazione dei fratelli De Simone.

Jacopo, vedendo arrivare i rivali e preoccupato per il fratello, sarebbe salito a casa a prendere un coltello. Poi, una sola coltellata letale a Claris, così violenta da spezzare la lama. Inutile l’intervento dei soccorsi: il 26enne è morto poco dopo. De Simone è stato arrestato e si trova ora in carcere in attesa della convalida.

Cordoglio in città e tra i tifosi dell’Atalanta, che ieri hanno esposto uno striscione in sua memoria a Monza: “Claris ovunque con noi”. La sindaca Elena Carnevali ha espresso vicinanza alla famiglia, auspicando che “simili tragedie non si ripetano più”.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 4 Maggio 2025 - 21:25 - Rosaria Federico

Commenti (4)

La situazione tra i tifosi dell’Atalanta e dell’Inter e molto grave, non si dovrebbe mai arrivare a tanto. Purtroppo il calcio porta a queste violenze che non si possono giustificare in alcun modo. Speriamo che ci siano provvedimenti.

E’ triste vedere come una passione possa trasformarsi in violenza, le rivalità dovrebbero rimanere nel gioco e non nella vita reale. Ci vuole più educazione tra i tifosi per evitare simili episodi.

Questa notizia è sconvolgente, mi chiedo cosa stia succedendo nella nostra società se arriviamo a questi atti estremi. La vita di una persona non può essere messa a rischio per un gioco.

Morire per una palla questo non è calcio è violenza pura,andare in casa prendere un coltello e accoltellarlo ,significa che quella mente contorta sapeva cosa faceva e l ha fatto per fargliela pagare non per difendere il fratello,non ci crede nessuno,r.i.p. al giocatore che per l ennesima volta perde la vita per un paio di goal.

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