Pozzuoli – Gaia Caputo era già stata vittima di violenze da parte dell’ex compagno Claudio Amirante, ben prima della brutale aggressione avvenuta nei giorni scorsi al belvedere di Pozzuoli.
Per il gip Leda Rossetti si tratta di un tentato omicidio, e l’uomo deve restare in carcere. Le indagini proseguono per identificare e catturare i due complici ancora in fuga.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Napoli, Amirante avrebbe aggredito la giovane madre dopo averla trascinata fuori dall’auto. Poi, avrebbe tentato di lanciarla oltre la staccionata del belvedere, nel vuoto
. Solo la reazione disperata della donna ha impedito la tragedia: un volo di venti metri. Decisivo l’intervento dei Carabinieri, che hanno fermato l’uomo poche ore dopo.
Non era la prima volta. Amirante aveva già aggredito Gaia quando era incinta al quarto mese, e in un altro episodio l’aveva colpita mentre teneva in braccio il figlio appena nato. Quest’ultima violenza è stata documentata da un video girato dalla stessa vittima con il cellulare.
Nell’ordinanza di custodia cautelare, il giudice evidenzia come l’indagato abbia fornito versioni “in palese contrasto” con i riscontri acquisiti. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone e condotta dal pm Raffaele Tufano, si basa non solo sulle dichiarazioni della vittima – il cui volto tumefatto è stato rilanciato sui social grazie all’intervento del deputato Francesco Emilio Borrelli – ma anche sulle testimonianze di chi ha assistito alla scena e ha dato l’allarme, oltre a immagini di videosorveglianza acquisite dagli inquirenti.
“Sono in contatto con Gaia, che continua a essere scossa ma determinata a reagire” – ha dichiarato il deputato di AVS Francesco Emilio Borrelli – “Abbiamo ottenuto misure di sorveglianza per proteggerla, ma ora è fondamentale assicurare alla giustizia anche i complici. Serve un segnale forte e concreto contro la violenza di genere. Le leggi ci sono, ma bisogna cambiare mentalità e rendere più efficaci le procedure di prevenzione.”
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E' veramente triste vedere che ci sono ancora persone che fanno atti di violenza come quelli descritti nell'articolo. Bisogna fermare questa spirale di violenza e supportare le vittime per evitare altri incidenti simili. La giustizia deve essere fatta.