Napoli – Tensione oggi a Piazza Trieste e Trento, nel cuore di Napoli, dove un corteo di manifestanti – in gran parte studenti e aderenti a collettivi come Laboratorio Insurgencia, Rete a Pieno Regime e UDS Napoli – ha tentato di sfondare il dispositivo di sicurezza allestito in vista del vertice Med5, in programma domani.
I dimostranti hanno cercato di forzare i cordoni per accedere alla zona “rossa”, dove si riuniranno i ministri dell’Interno di Italia, Spagna, Grecia, Cipro e Malta per discutere di migrazione e sicurezza. Le forze dell’ordine, schierate in assetto antisommossa, hanno però respinto l’avanzata, evitando scontri fisici ma lasciando sul campo un clima teso.
Mentre i poliziotti mantenevano la linea, i manifestanti hanno fatto sentire la loro voce con slogan e cori di protesta. «Non si tratta di una semplice marcia – spiega un attivista del Laboratorio Insurgencia –, ma di un segnale chiaro: i governi che si riuniscono qui non decidono per noi».
Il vertice Med5 affronterà domani temi caldi, dalla gestione dei flussi nel Mediterraneo alle collaborazioni con Paesi terzi per il contrasto all’immigrazione irregolare. Ma per i collettivi napoletani, si tratta di un summit che «legittima politiche securitarie e respingimenti».
«Siamo in piazza per denunciare l’ipocrisia di chi parla di accoglienza mentre firma accordi con regimi autoritari», accusa una studentessa dell’UDS Napoli. La protesta, per ora contenuta, potrebbe riaccendersi domani, quando i ministri saranno riuniti a pochi metri dalla piazza.
Intanto, la questura ha intensificato i controlli in tutta l’area, con dispositivi anti-intrusione e pattuglie aggiuntive. «La situazione è sotto controllo – assicurano fonti di polizia –, ma siamo pronti a ogni scenario».
Per oggi la piazza è tornata calma, ma domani, con l’avvio dei lavori, Napoli potrebbe tornare a essere teatro di nuove proteste. E la partita tra dissenso e sicurezza è solo all’inizio.
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