Napoli – “Non possiamo continuare a piangere figli per futili motivi. Basta”. È il grido di dolore e di rabbia di Filomena De Mare, madre di Santo Romano, il 19enne ucciso a San Sebastiano al Vesuvio nella notte tra l’1 e il 2 novembre scorsi, al termine di una lite nata per un paio di scarpe di lusso sporcate.
All’esterno del Tribunale per i Minorenni di Napoli, dove oggi si celebra la seconda udienza del processo al 17enne imputato per l’omicidio, la donna ha chiesto giustizia esemplare.
“Mi aspetto una pena giusta, severa, ma soprattutto da scontare fino in fondo – ha dichiarato –. Non possiamo accettare che condanne a 15 o 20 anni si riducano a 5 dopo appelli e sconti di pena. Se lo Stato vuole fermare questa violenza, servono condanne certe, non premi né permessi”.
Ad accompagnarla, familiari, amici e semplici cittadini, riuniti sotto gli striscioni con il volto di Santo e il logo dell’account social “L’Esercito di Santo”, nato su TikTok per ricordarlo e sensibilizzare contro la violenza giovanile.
Accanto alla madre anche Simona, fidanzata della vittima, che ha chiesto a sua volta una pena “vera e senza sconti” per l’imputato: “Qualunque sia la sentenza, deve essere scontata per intero. Santo è morto per una follia, non deve più accadere”.
Santo Romano, giovane promessa del calcio, era portiere della squadra di Eccellenza Asd Micri di Pomigliano d’Arco. Il processo si avvia verso la sentenza: il verdetto potrebbe arrivare già nelle prossime ore.
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