Il luogo dell'incidente e nei riquadri Elvira Zibra e Gianluca Sivo
Napoli – La Corte di Appello del Tribunale di Napoli ha ridotto da 5 a 4 anni la condanna a carico di Gianluca Sivo, il “centauro” che nella notte tra il 28 e il 29 agosto 2022 travolse e uccise Elvira Zibra, 28 anni, mentre attraversava sulle strisce pedonali di via Caracciolo a Napoli.
La decisione ha suscitato indignazione e polemiche, soprattutto tra i familiari della vittima e i rappresentanti politici che da mesi chiedono giustizia per Elvira.
In primo grado, con il rito abbreviato, il giudice per le udienze preliminari aveva condannato Sivo a cinque anni di reclusione, una pena già considerata da molti troppo clemente per un reato di omicidio stradale.
Ora, la riduzione a quattro anni apre la possibilità per l’imputato di scontare la pena ai domiciliari, evitando così il carcere. Un esito che ha scatenato ulteriori critiche e proteste.
Durante l’udienza conclusiva, Gianluca Sivo ha rinnovato le sue scuse alla famiglia di Elvira, dichiarandosi disponibile a contribuire al risarcimento dei danni. Tuttavia, le sue parole non hanno convinto chi da mesi lotta per una giustizia più severa.
“Rischia di non fare un solo giorno di galera per un omicidio”, ha dichiarato con amarezza Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, che sin dal giorno successivo alla tragedia ha affiancato i familiari di Elvira nella battaglia per ottenere giustizia.
“Già cinque anni di reclusione erano una condanna ridicola, un insulto alla memoria di Elvira, alla sua famiglia e a tutte le vittime dei pirati della strada”, ha aggiunto Borrelli. “Le scuse postume sembrano motivate più dalla volontà di impressionare i giudici che da un reale pentimento. Con un risarcimento in denaro, la famiglia di Elvira non potrà mai riavere la ragazza. Loro stanno già scontando un ergastolo di dolore”.
Borrelli e i familiari di Elvira Zibra hanno espresso la speranza che il verdetto venga riesaminato, auspicando una rivalutazione della condanna. “Ci rimettiamo al buon senso della Corte e ai veri valori della giustizia”, ha concluso il deputato. “Se così non fosse, perderemmo tutti. Non possiamo permettere che chi commette reati così gravi venga trattato con tale leggerezza”.
La vicenda di Elvira Zibra, diventata simbolo della lotta contro l’incidentalità stradale causata da comportamenti irresponsabili, continua a sollevare interrogativi sull’efficacia del sistema giudiziario nel punire i reati legati alla guida pericolosa.
Mentre la famiglia attende ulteriori sviluppi, la riduzione della condanna a quattro anni rischia di lasciare un profondo senso di ingiustizia, non solo per i parenti della vittima, ma per tutta la comunità.
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