A un anno dalla retata che aveva portato a 21 arresti, il Tribunale di Napoli ha emesso la sentenza di primo grado con 29 condanne per un totale di quasi 240 anni di reclusione.
Il giudice ha accolto gran parte delle richieste della Procura, ma non sono mancati colpi di scena: Maria Matilde Nappi, ritenuta la boss di Bagnoli, e il figlio Cristian Esposito sono stati assolti dall’accusa di associazione per traffico di droga e hanno ricevuto pene ridotte rispetto alle richieste della DDA.
Al centro dell’inchiesta, come anticipa Il Roma, il sofisticato sistema di rifornimento che prevedeva l’uso di droni per introdurre stupefacenti e telefoni nel penitenziario. Il servizio, gestito da Vincenzo Scognamiglio e Antonio Castiello, aveva tariffe precise: 1.000 euro per uno smartphone, 250 euro per un cellulare con sole chiamate vocali e 7.000 euro per mezzo chilo di droga.
L’inchiesta, che ha coinvolto numerosi esponenti di spicco della camorra, ha svelato un sistema collaudato che garantiva un flusso costante di comunicazioni e sostanze stupefacenti ai detenuti. Le indagini proseguono per individuare eventuali altri responsabili.
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