Napoli, l’agguato a Chiaia al figlio del boss Piccirillo sotto gli occhi delle telecamere

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Napoli – L’agguato della notte scorsa a Raffaele Piccirillo, figlio del boss della Torretta, Rosario Piccirillo detto ‘o biondo, è avvenuto sotto gli occhi delle numerose telecamere presenti in zona.

I carabinieri, che conducono le indagini, sotto il coordinamento della Dda di Napoli, sono già in possesso della targa dello scooter utilizzato dai due sicari per compiere l’azione di piombo. Ma è probabile che si tratti di un due ruote rubato e quindi si sta lavorando sul percorso dello scooter, sul vestiario e sulle movenze di chi ha fatto fuoco e del complice.

Si lavora anche sui testimoni, ovvero gli amici che erano l’altra notte con Raffaele Piccirillo all’interno del bar Aurelio alla Riviera di Chiaia e lo stesso titolare e dipendenti. La cattura dei due sicari potrebbe avvenire in tempi brevi se oltre alla bravura degli investigatori nelle indagini ci sarà anche il colpo di fortuna di qualche errore commesso dai due.

Anche se le sue condizioni non sono gravi, Raffaele Piccirillo, 24 anni, figlio del boss della Torretta Rosario Piccirillo, noto come “’o biondo” rimane ricoverato all’ospedale San Paolo, ma non è in pericolo di vita. E’ stato ferito al polpaccio ed è stato dichiarato guaribile in 30 giorni.

Le indagini sulla famiglia Piccirillo

L’episodio riaccende i riflettori sulla famiglia Piccirillo, già al centro di numerose inchieste per reati legati alla camorra. Rosario Piccirillo, padre di Raffaele, è un nome noto negli ambienti della criminalità organizzata. Conosciuto come uno dei capi del racket degli ormeggiatori di Mergellina, è stato arrestato ad ottobre scorso insieme al figlio Antonio per estorsione ai danni di alcuni imprenditori.

Tra le vittime anche la nota Tiktoker, Rita De Crescenzo alla quale Antonio Piccirillo, dopo aver chiesto il pizzo sulle boe al molo di Mergellina che la donna gestisce insieme con il marito Salvatore Bianco, aveva rivolto la minaccia: “Quando andrai a fare la denuncia fai scrivere che siamo in due a volerti uccidere, io e mio padre”.

La minaccia a Rita De Crescenzo e al marito

Antonio, in particolare, aveva fatto parlare di sé per la sua partecipazione a manifestazioni anti-camorra, durante le quali aveva dichiarato di volersi dissociare dalla figura del padre e dagli ambienti malavitosi. Nel 2019, aveva addirittura preso parte a un sit-in di protesta dopo il ferimento della piccola Noemi, la bimba di 4 anni colpita durante un agguato di camorra in piazza Nazionale.

Nonostante queste dichiarazioni pubbliche, Antonio è stato coinvolto in numerose indagini per estorsione, insieme al fratello Raffaele e al padre. Lo stesso Raffaele, infatti, è attualmente indagato per un episodio risalente all’11 febbraio 2021, quando avrebbe aggredito un commerciante della Torretta con una bottiglia di vetro, minacciandolo di morte: «A mio padre il rifiuto non lo dà nessuno… e ti devo anche sparare», avrebbe dichiarato durante l’aggressione, secondo quanto riportato dalla vittima alla Squadra mobile.

Raffaele Piccirillo nel 2021 aveva minacciato un commerciante della Torretta con i cocci di una bottiglia

L’agguato di ieri sembra essere l’ultimo capitolo di una serie di tensioni esplose nelle ultime settimane nella zona di San Pasquale a Chiaia, dove il gruppo Piccirillo sarebbe entrato in contrasto con esponenti malavitosi dei Quartieri Spagnoli. Un conflitto che, secondo gli investigatori, potrebbe essere alla base dell’attacco a Raffaele.

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Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 22 Febbraio 2025 - 07:48

Giuseppe Del Gaudio

Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d'azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: "lavorare fa bene, il non lavoro: stanca"

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  • Questo articolo mostra come la criminalita organizzata continui a essere un problema serio a Napoli. E' inquietante pensare che giovani come Raffaele Piccirillo siano coinvolti in queste situazioni. Speriamo che le indagini portano a giustizia e sicurezza.

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