Salvatore Avolio e Francesco Abenante
Napoli- Killer professionista, mano ferma e decisa, precisione nella mira e nello sparo. Omicidio studiato e programmato perché portato a termine in una strada senza telecamere e in una zona dove non ve ne sono molte.
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E’ questo il quadro organizzativo con il quale si sono mossi i due sicari in sella a uno scooter di grossa cilindrata che ieri sera poco dopo le 18 hanno massacrato di colpi: i carabinieri del comando provinciale che conducono le indagini ne hanno repertati più di dieci di bossoli. Quasi un intero caricatore.
Sono morto cosi Francesco Abenante 34 anni detto Franchelotto e Salvatore Avolio di 32 anni a cui tre anni fa in una strada poco distante gli uccisero il fratello Antonio che all’allepoca di anni ne aveva 30.
Il primo è ritenuto vicino agli Scognamiglio e l’altro invece viene indicato come legato ai Pecorelli-Catone. Entrambi erano nella galassia dei Lo Russo i noti “Capitoni” di Miano disgregati da qualche anno sotto i colpi di pentimenti, arresti e tradimenti.
Gli investigatori, le indagini sono coordinate dal pm della Dda di Napoli, Sergio Amato e affidate ai carabinieri del comando provinciale guidato dal generale Biagio Storniolo, non sono covinti che la missione di morte era per entrambi.
L’obiettivo principale era Francesco Abenante ma Salvatore Avolio non poteva rimanere in vita visto che era in sua compagnia. Da ieri sera il lavoro degli investigatori è frenetico con perquisizioni, ascolti di pestimoni, parenti e maici delle vittime.
Analisi delle immagini delle telecamere e di tutti i dati chat e messaggistica dei cellulari delle due vittime.
Lo scenario è già noto agli investigatori visto che da tempo in quella zona dopo lo scontro fratricida tra quelli di abbasc’ Miano con i Balzano e gli Scognamiglio e quelli di ‘ngopp Miano con i Pecorelli-Catone subentrati ai Cifrone le carte di sono rimescolate molto.
Non a caso le due vittime di ieri era legate appunto a famiglie criminali che sulla carta sarebbero dovute essere nemiche. Attenzione concentrata soprattutto verso i Licciardi della Masseria Cardone che da tempo hanno messo le mani su quella zona per il controllo delle attività illecite.
Sarà il prosieguo delle indagini a far capire agli investigatori come è maturato il duplice omicidio e perché.
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