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Fuga del boss Antonio Delli Paoli: non rientra in carcere a Carinola dopo il permesso natalizio

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Antonio Delli Paoli, 75 anni, boss storico della camorra marcianisana, è ufficialmente latitante. Condannato all’ergastolo per una lunga scia di crimini e violenze legati agli anni più bui della guerra di camorra nel Casertano, Delli Paoli ha approfittato di un permesso premio concesso per le festività natalizie per darsi alla fuga.

L’uomo, figura centrale della criminalità organizzata marcianisana e fondatore del clan con i Piccolo-Quaqquaroni, avrebbe dovuto fare ritorno al carcere di Carinola, dove stava scontando la sua pena. Ma al momento del rientro non si è presentato, facendo perdere ogni traccia e scatenando una massiccia operazione di ricerca da parte delle forze dell’ordine.

Delli Paoli è un nome pesante, simbolo di una stagione sanguinosa che ha segnato profondamente Marcianise e la provincia di Caserta, teatro di una feroce contrapposizione tra i cutoliani e i bardelliniani.

 Delli Paoli protagonista della stagione di sangue nella zona di Marcianise

La sua fuga rappresenta un clamoroso smacco per il sistema giudiziario e penitenziario, sollevando interrogativi sulla gestione dei permessi concessi a detenuti con condanne di così elevata gravità.

Nonostante l’età avanzata, il boss è ancora considerato una figura influente nella criminalità locale, capace di orchestrare movimenti e mantenere contatti nell’ombra. Le autorità stanno setacciando l’intera provincia e monitorando possibili reti di supporto che potrebbero aver favorito la sua scomparsa. La caccia al latitante è ufficialmente aperta, mentre cresce la preoccupazione per le implicazioni di questa fuga sulle dinamiche criminali del territorio.


Articolo pubblicato il giorno 4 Gennaio 2025 - 17:32


2 Commenti

  1. E’ incredibile che un uomo come Delli Paoli possa scappare così facilmente. Devono essere state fatte delle grave errori nella gestione dei permessi. Questo mette in discussione la sicurezza del sistema penitenziario italiano e i controlli che ci sono.

  2. Credo che la decisione del magistrato si sorveglianza alla concessione dei permessi premio debba essere presa dando parola ed ascolto alla polizia penitenziaria che “vive” i detenuti, e non ad una mera relazione stilata dagli educatori che si basano su sporadici colloqui che sono strumentalizzati…tra l’altro agli ergastolani di stampo camorristico non dovrebbero essere concessi proprio…le misure alternative vanno valutate oculatamente…il percorso in carcere è da parte di molti strumentalizzato…

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