La vittima Anna Materazzi
San Mauro Cilento. Una tragedia che ha scosso la comunità cilentana e acceso i riflettori sulle criticità del sistema sanitario nelle aree interne. Anna Materazzi, 52 anni, è deceduta dopo cinque giorni di agonia, a seguito di un malore improvviso. Una morte che, secondo molti, avrebbe potuto essere evitata se solo i soccorsi fossero intervenuti in tempo.
Lo scorso 1° gennaio, nel pieno delle festività, la vita di Anna è stata stravolta da un malore. I familiari, allarmati, hanno immediatamente contattato le guardie mediche di San Mauro Cilento e Acciaroli. Ma la risposta è stata impietosa: ambulatori deserti, medici assenti.
Sono passati quasi 90 minuti prima che un’ambulanza arrivasse da Santa Maria di Castellabate, ma a bordo c’era solo un infermiere. Le condizioni di Anna, però, richiedevano l’intervento urgente di un medico. Solo dopo ben due ore è giunta un’automedica da Vallo della Lucania, ormai troppo tardi per evitare il peggio.
La morte di Anna ha innescato un’ondata di sdegno e incredulità. Come è possibile che in Italia, nel 2025, una persona muoia per mancanza di assistenza sanitaria? In un territorio come il Cilento, dove le distanze sono lunghe e le infrastrutture spesso carenti, l’accesso alle cure diventa un diritto negato.
Il sindaco di San Mauro Cilento, Carlo Pisacane, ha espresso profondo dolore e ha annunciato l’intenzione di attivarsi per migliorare i servizi sanitari nel territorio. Ma le parole, da sole, non bastano. Serve un impegno concreto da parte delle istituzioni per garantire a tutti i cittadini, anche in zone remote, il diritto alla salute.
La vicenda di Anna è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di disservizi che affliggono il sistema sanitario italiano. La carenza di personale medico, la difficoltà nel reperire specialisti, le lunghe liste d’attesa sono solo alcune delle criticità che emergono con forza da questa tragica storia.
È tempo di agire. È tempo di investire nella sanità, di valorizzare il lavoro dei medici e degli infermieri, di garantire a tutti i cittadini un’assistenza sanitaria di qualità, ovunque essi vivano.
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