Napoli. Il business dei droni ‘potenziati’ per il trasporto in carcere si è rivelato un affare estremamente redditizio. L’indagine sul clan della Vanella Grassi di Secondigliano ha svelato un’organizzazione criminale altamente specializzata, in grado di generare profitti ingenti attraverso un sistema di consegne aeree regolari.
Con una frequenza stimata di quattro-cinque voli a settimana, ogni consegna fruttando circa 700 euro, il giro d’affari mensile superava facilmente i 100.000 euro. I ‘dronisti’, veri e propri piloti aerei di un mercato nero, venivano remunerati profutmatamente per le loro pericolose missioni, diventando attori chiave di questa rete criminale.
Il denaro confluiva su u conto corrente intestato a un prestanome e successivamente veniva monetizzato e consegnato alla famiglia malavitosa della Vanella Grassi. Emerge dall’indagine della Polizia di Stato, dello Sco e del Sisco che oggi ha portato alla notifica di 12 misure cautelari, al sequestro di tre chilogrammi di droga e di una trentina di cellulari.
All’interno del carcere, la domanda di droga e cellulari era altissima. I detenuti erano disposti a pagare cifre esorbitanti per ottenere questi beni proibiti, garantendo un margine di profitto elevatissimo per il clan. Un micro cellulare, che all’esterno ha un valore di poche decine di euro, veniva rivenduto all’interno del penitenziario a prezzi fino a quindici volte superiori.
L’indagine ha evidenziato un’organizzazione criminale in grado di gestire un’intera filiera: dalla produzione o l’acquisto della droga, all’organizzazione dei voli, fino alla distribuzione all’interno del carcere e al riciclaggio dei proventi illeciti. Il denaro ricavato dalle vendite veniva fatto confluire su conti correnti intestati a prestanome per poi essere reinvestito in altre attività criminali o utilizzato per mantenere uno stile di vita lussuoso dai membri del clan.”
La presenza dei cellulari in carcere “vanifica le misure cautelari che vengono notificate e questa indagine è la dimostrazione che le carceri non sono più costituiscono strutture di contenimento” così, in sostanza, non si riesce più “a evitare la reiterazione dei reati”.
E’ l’allarme lanciato dalla coordinatrice della DDA di Napoli Rosa Volpe e dal procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, che, con il capo della Squadra Mobile di Napoli Giovanni Leuci hanno preso parte a una conferenza stampa in procura alla quale erano presenti anche Marco Garofalo primo dirigente dello Sco di Roma e il vice questore Massimiliano Russo, dirigente Sisco Napoli.
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