Ercolano. Sono morti al loro primo giorno di lavoro nella fabbrica abusiva di fuochi d’artificio al confine tra Ercolano e san Giorgio a Cremano. Si tratta di un 18enne di origine albanese e di due sorelle gemelle di 26 anni tutti residenti a Marigliano.
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La fabbrica aveva in pratica aperto i battenti proprio oggi E quando si è verificato lo scoppio i tre ragazzi erano in pausa. Gli investigatori non hanno fornito ancora la loro identità . Non c’è l’ufficialità del riconoscimento. I loro corpi sono martoriati e solo l’esame del Dna potrà dare conferme sulle loro generalità.
“Ci hanno chiamato i carabinieri – riferisce ai giornalisti la signora Anna Campagna – dicendoci che era scoppiata la fabbrica di fuochi d’artificio dove stavano mio genero di 18 anni e due ragazze che hanno tra i 18 e i 20 anni e che non conosco. Ci hanno avvisato i carabinieri.
Da quello che sappiamo non c’erano altre persone all’interno del capannone perché mio genero ci ha chiamato alle 13 dicendoci che stava mangiando un panino con le due ragazze e che non c’erano altre persone con loro. Era il primo giorno di lavoro per tutti e tre. Da quello che abbiamo capito – aggiunge la donna – la fabbrica è stata aperta tra venerdì e domenica e oggi era il primo giorno effettivo di lavoro. Non so chi la gestisca – la sua testimonianza – so solo che stamattina sono andati a prenderlo all’esterno di un bar per avviarlo al lavoro”.
il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, presente sul luogo della tragedia precisa che quella fabbrica era completamente abusiva. “Non risulta nessuna richiesta di autorizzazione, né a noi né ad altre autorità. La legalità e il rispetto delle regole devono essere la via maestra quando si svolge un’attività”.
Poi ha spiegato: “Ho trovato dinanzi a me una scena di devastazione e distruzione ma anche di grandissimo dolore. Conta poco dove fossero residenti i ragazzi quello che mi frantuma il cuore è che dei giovani non possono morire così. Qui confezionavano fuochi d’artificio, ma se non sono mai arrivate richieste di autorizzazione significa che dobbiamo insegnare ai giovani che la via maestra, anche se la più lunga, è quella della legalità e del rispetto delle regole affinché quanto accaduto stasera non possa più accadere”.
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