La vigilia del derby di Coppa Italia tra Genoa e Sampdoria, disputato giovedì e vinto ai rigori dai blucerchiati, è stata segnata da una grave escalation di violenza. Nonostante l'annuncio del questore Silvia Burdese, che aveva promesso il pugno duro contro i facinorosi, gli scontri tra ultras hanno macchiato una serata che avrebbe dovuto essere all'insegna dello sport.
Gli scontri, scoppiati prima e durante il match, hanno portato a pesanti interventi da parte delle autorità. La Procura di Genova sta valutando accuse di estrema gravità nei confronti degli ultras coinvolti: associazione a delinquere, devastazione e saccheggio, reati che potrebbero tradursi in condanne fino a 15 anni di carcere. La Digos è al lavoro per identificare tutti i responsabili, con l'obiettivo di ricostruire una dinamica che sembra essere stata pianificata nei minimi dettagli.
La violenza si è scatenata con una vera e propria guerriglia urbana.Potrebbe interessarti
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Conseguenze pesanti
Le conseguenze degli scontri sono state devastanti. Oltre 38 agenti sono rimasti feriti, mentre la città di Genova ha subito danni e disordini. Di fronte alla gravità della situazione, il prefetto ha deciso di far disputare la prossima partita tra Genoa e Juventus a porte chiuse, un provvedimento necessario per garantire la sicurezza pubblica.
La rivalità tra Genoa e Sampdoria è sempre stata accesa, ma negli ultimi mesi è degenerata in una spirale di violenza incontrollata. Agguati, accoltellamenti e ora scontri di piazza: la tensione tra le due tifoserie ha superato il limite, trasformando la passione sportiva in odio e violenza.
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