Rebecca Cheptegei, maratoneta ugandese di 33 anni, è deceduta il 5 settembre in Kenya a seguito delle gravissime ustioni riportate quattro giorni prima, quando il compagno l'aveva brutalmente aggredita dandole fuoco. Questo ennesimo atto di violenza contro le donne riaccende i riflettori su quella che le organizzazioni non governative definiscono una vera e propria "epidemia di femminicidi" in Africa orientale.
Cheptegei, reduce dalla partecipazione alla maratona delle Olimpiadi di Parigi, dove si era piazzata al 44° posto, è stata ricordata con profondo dolore dalla comunità sportiva internazionale.Potrebbe interessarti
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Secondo quanto riportato dalla polizia locale, il compagno di Cheptegei, Dickson Ndiema Marangach, si è introdotto nell'abitazione della maratoneta a Endebess, nell'ovest del Kenya, mentre lei si trovava in chiesa con le sue due figlie. Una volta dentro, l'ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco.
La morte di Cheptegei rappresenta l'ennesimo dramma in un contesto dove la violenza di genere continua a mietere vittime. Le organizzazioni per i diritti delle donne chiedono azioni urgenti e concrete per fermare questa "epidemia silenziosa", che ogni giorno colpisce migliaia di donne in tutto il mondo, lasciando dietro di sé dolore e disperazione.






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