“San Gaetano e san Bagio dei Librai ricadono sotto il controllo dei Mazzarella e sono zone e affidate alla paranza di san Gaetano. Fino al mio arresto, per quanto ne so, l’unica pizzeria a pagare ai Mazzarella era proprio quella di “dal Presidente”.
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Sono le confessioni di Salvatore Giuliano o’ russ che dallo scorso anno è diventato collaboratore di Giustizia. Ha parlato del pizzo alle pizzerie e dell’imposizione di mozzarelle e prodotti caseari alle stesse.
Le sue confessioni hanno consentito agli investigatori di svelare tutti gli affari dei Mazzarella e del clan federati nel centro storico di Napoli.
“A San Gaetano attualmente i Mazzarella prendono i soldi dei parcheggi abusivi e quelli dela piazza di spaccio di Mniello, che si trova nel vicoletto vicino ala Pizzeria Di Matteo. In realtà le altre attività commerciali non pagavano solo a causa della chiusura per il covid”.
Salvatore Giuliano parla anche del progetto di inserirsi nelle attività del clan Mazzarella per l’imposizione di mozzarella e prodotti caseari alle pizzerie.
“Successivamente ho avuto un incontro con Barile Salvatore, Patrizio di San Giorgio e forse anche Alberto, cugino di Barile e Michele Mazzarella; l’incontro avvenne a Forcella su un terrazzo di un palazzo di vico dei Carbonari; io ero in compagnia di Vicorito Alessio e Imparato Gennaro.
Qui sono iniziati i rapporti per la gestione degli affari tra i Giuliano e i Mazzarella, sebbene entrambi andassimo con i piedi di piombo. Si parlò del passato, del fatto che tra noi non c’era mai stato sangue, dei rapporti di parentela tra le famiglie, avendo Michele Mazzarella sposato mia cugina Marianna, figlia di Luigi Giuliano, detto Lovigino.
Ci accordammo nel senso che noi Giuliano saremmo entrati nelle attività “legali” nei quartieri controllati dai Mazzarella (settore della vendita della mozzarella, del pane e della farina) e avremmo diviso i profitti a metà, in quanto noi ci saremmo occupati materialmente delle forniture”.
Interessante invece è la conversazione intercettata tra Gennaro Imparato Alessio Vicorito e lo stesso salvatore Giuliano nel corso della quale emerge il timore verso i titolari di una nota pizzeria nel cuore di Forcella che versano a titolo estorsivo la somma di mille e cinquecento euro.
E Imparato pertanto pretende che sia aumentata la cifra a due mila euro affermando “no duemila? (…] Dovrebbe aumentare”; interviene Salvatore Giuliano per mitigare la pretesa di Gennaro Imparato, spiegando che i titolari potrebbero denunciare.
E infatti dice: “non lo facciamo! Ci voglio parlare io, ci voglio parlare perché… (…] E’ pericoloso a cercargli un aumento a quello! (…] Questi qua sono grossi, questi qua fanno paura… se bell’ e buon’… questi qua dicono… “che avete capito?”!… si mettono in mano alle guardie hai capito? Questi qua fanno paura… hai capito? Questi qua fanno paura… questi qua so gruoss!”.
Il giorno seguente Gennaro Imparato illustra a Salvatore Giuliano e ad Alessio Vicorito il potenziale ricavo che può derivare dalla riscossione delle quote estorsive nei confronti delle attività di ristorazione,.
E spiega compiacendosi: “già quasi dieci di loro o frat… nun dic nient… ma a cinquecento, so cinque patan’ a Furcell… (dieci attività a cinquecento euro sono cinquemila euro)… qualcuno mille e cinque, qualcuno mille, qualcuno cinquecento!”.
E poi Salvatore Giuliano a proposito di una pizzeria riottosa a pagare il pizzo spiega all’emissario come si deve comportare: “tu comunque fatti chiamare direttamente il proprietario (…] Fatti chiamare il proprietario e gli dici senti… sono venuto per il regalo che cacciate per la stagione! […] Gli dici, me lo dici tu quando devo passare o vuoi passare tu?”.
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