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Patrizio Bosti boss senza scrupoli che voleva impiccare il genero pentito

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Napoli. Sarà pur vero come ha detto il procuratore capo Nicola Gratteri che la camorra si è evoluta anzi “l’ho trovata evoluta” ma usa ancora vecchi e feroci metodi come quelle delle minacce di morte ai familiari di pentiti per farli desistere.

Ed è quanto è stato scoperto indagando sul nucleo familiare del boss Patrizio Bosti fondatore insieme ai due cognati Mallardo e Contini della potente Alleanza di Aecondigliano con i Licciardi.

Il boss fermato in carcere da una nuova ordinanza a una decina di giorni dalla scarcerazione non aveva esitata a minacciare di impiccare il genero Luca Esposito che per un periodo aveva deciso di collaborare con la giustizia (lo fece tre anni fa quando fu fermato con la moglie Maria, altra figlia di Bosti mentre cercavano di andare a Dubai con green pass falsi ancora in epoca covid).

Patrizio Bosti: un boss senza scrupoli

Dalle indagini della DDA emerge il ritratto di un boss spietato, pronto a tutto per mantenere il potere. Patrizio Bosti non ha esitato a minacciare di morte i nipoti pur di far tacere il genero Luca Esposito, collaboratore di giustizia che aveva svelato alcuni segreti del clan. Ai due nipoti ha fatto sapere di essere pronto a fargli del male e finanche di impiccare il padre. E le minacce, criptiche, sono state fatte pervenire a Esposito in carcere attraverso delle lettere solo apparentemente affettuose.

I Contini sono considerati la cosca più potente di Napoli, paragonabili solo ai Casalesi per egemonia in Campania. Dal loro quartier generale di San Giovanniello, tra Amicizia e Arenaccia, tessono una ragnatela di potere che si estende su ben dieci quartieri cittadini. La loro influenza data dagli anni ’70, quando la Camorra si è strutturata come organizzazione criminale.

Alleanze e affari

Accanto ai Mallardo e ai Licciardi, i Contini hanno dato vita all’Alleanza di Secondigliano negli anni ’80. Un connubio che ha rafforzato il loro dominio e ampliato i loro traffici illeciti. Tra le loro principali attività figura il riciclaggio di denaro proveniente da droga ed estorsioni, canali attraverso cui vengono ripuliti i proventi e infiltrati nel tessuto economico sano della città.

Un colpo al cuore del clan

Le recenti operazioni congiunte di Procura, Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza hanno colpito duramente i Bosti, in particolare il gruppo di Patrizio, figura apicale della cosca. I Bosti, legati ai Contini da un matrimonio, rappresentano una costola importante del clan.

Nuove accuse e un clan sotto assedio

L’ordinanza di custodia cautelare ha portato all’arresto di Patrizio Bosti e dei suoi figli Flora ed Ettore, oltre che dello stesso Luca Esposito. Le accuse nei loro confronti includono minacce gravi e tentativi di ostacolare la collaborazione con la giustizia. L’operazione rappresenta un duro colpo per i Contini, che si ritrovano ad affrontare una nuova sfida nella lotta per il potere e il controllo del territorio.

La zona grigia: dove il clan incontra l’economia legale

Colpire i Contini significa anche colpire la zona grigia dell’economia, quell’area in cui le attività illecite si intrecciano con quelle legali. E’ qui che il clan ricicla i suoi proventi, inquinando il tessuto imprenditoriale sano e alimentando la corruzione. L’azione delle forze dell’ordine mira a smantellare questo sistema, a recidere il legame tra il clan e le attività legali, privandolo di una fondamentale fonte di potere e di consenso.

Gratteri: “La lotta contro la Camorra continua”

“L’operazione contro i Contini è un passo importante nella lotta contro la Camorra, ma la strada per sconfiggere questo cancro è ancora lunga. Occorre un impegno costante da parte delle istituzioni, delle forze dell’ordine e della cittadinanza per estirpare il malaffare dalle radici e costruire un futuro migliore per Napoli e per tutta la Campania.

“Non sono un esperto di Camorra sul piano storico, sto imparando, sto cercando di portare il mio metodo su questa Procura e sto facendo ancora scuola guida, però è ovvio che, nel momento in cui vedo questa ricchezza e questo target di criminalità, è chiaro che si tratta di una struttura evoluta nel mondo camorristico”.

Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, commentando il sequestro di 4 milioni di euro e di gioielli e orologi di lusso per un valore di 5 milioni eseguito in un’abitazione nella disponibilità di un elemento apicale del clan camorristico Contini, tra i destinatari dell’ordinanza eseguita ieri.

“Una delle prime cose che mi hanno sorpreso qui a Napoli – ha aggiunto Gratteri – è vedere una Camorra molto evoluta sul piano imprenditoriale, quindi molto ricca”.


Articolo pubblicato il giorno 2 Luglio 2024 - 21:30


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