Cronaca di Napoli

Infiltrazioni mafiose nell’impresa di pompe funebri: interdittiva per l’impresa Aquino di Boscoreale

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“Sussistono tentativi di infiltrazione mafiosa”: così la Prefettura di Napoli ha motivato l’interdittiva antimafia emessa il 23 aprile scorso nei confronti dell’impresa di pompe funebri L’infinito Eternità srl di Boscoreale in provincia di Napoli.

La ditta di onoranze funebri che appartiene alla famiglia Aquino, legata da vincoli di parentela a esponenti dell’omonimo clan Aquino-Annunziata è stata fermata dal Prefetto di Napoli, Michele Di Bari, per “sospetti tentativi di infiltrazione mafiosa da parte della criminalità organizzata tendenti a condizionarne le scelte e gli indirizzi”.

Per dirla in breve, secondo gli inquirenti, dietro l’impresa di pompe funebri ci sono esponenti della camorra o ad essa contigui.

La nota riservata è stata comunicata a tutti i comuni del circondario vesuviano che hanno imposto l’alt all’impresa per tutti i servizi relativi a funerali e trasporto funebre.

Contestualmente la Prefettura ha emesso un provvedimento interdittivo per un’altra impresa collegata all’Infinito Eternità e sempre riconducibile a Giuseppe Aquino, factotum del business delle pompe funebri. Si tratta della Tappezzeria Aquino di Aquino Domenico, un’attività commerciale sempre situata alla periferia di Boscoreale.

Il provvedimento della Prefettura, comunicato ai Comuni, riguarda le società segnalate colpite con due provvedimenti interdettivi separati.

Anche nel 2018, un’altra impresa partecipata dagli Aquino finì nel mirino della Prefettura di Salerno che, nel comune di Scafati, fermò l’Eternità, intestata formalmente a Giuseppina Ametrano, ma riconducibile – secondo gli inquirenti – alla famiglia di Boscoreale.

Nei giorni scorsi, è arrivato invece lo stop alla società ‘principale’ di pompe funebri che ha lavorato formalmente fino al 26 aprile scorso, quando ha dovuto bloccare ogni attività e chiudere anche la tappezzeria di famiglia.

Secondo gli inquirenti, l’impresa – di fatto gestita da Giuseppe Aquino – è contigua – anche per i vincoli di parentela dell’uomo – al clan Aquino-Annunziata che ha la sua roccaforte proprio nella periferia di Boscoreale, nella stessa zona dove sono ubicate le due società interdette dalla Prefettura.

Il clan Aquino-Annunziata è in una situazione di predominio nell’area vesuviana, nonostante i suoi capi storici siano detenuti o in regime di semilibertà. Le numerose condanne a carico degli esponenti della cosca – secondo gli inquirenti – non sono riuscite ad indebolire la famiglia mafiosa che – uscita dalla ribalta delle cronache giudiziarie – ha continuato, probabilmente, a intessere e gestire altri affari tra i quali quello dell’impresa funebre.

L’interdittiva, in ogni caso, è il preludio di un’indagine giudiziaria che dovrebbe svelare legami e affari dell’impresa in ‘odore’ di camorra.


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