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Il boss Domenico Belforte resta al 41 bis: per i giudici è ancora pericoloso

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Domenico Belforte, capo del clan omonimo attivo nel Casertano, tra Marcianise e Capodrise, rimarrà in carcere duro secondo quanto deciso dal Tribunale di Sorveglianza di Roma.

Nonostante Belforte abbia manifestato l'intenzione di collaborare e di far ritrovare il corpo di una vittima, il Tribunale ha rigettato il suo reclamo per la proroga del regime carcerario previsto dall'articolo 41bis dell'ordinamento penitenziario.

Secondo i giudici capitolini, il clan Belforte rimane attivo e non vi è prova di un vero distacco da attività criminali da parte di Domenico Belforte.

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Nonostante affermazioni precedenti parlassero dell'azzeramento del clan, le recenti operazioni delle forze dell'ordine contro il clan Belforte hanno portato i giudici a confermare la decisione di mantenere Belforte nel regime carcerario rigido. Arresti, sequestri e incriminazioni legate al clan Belforte sono stati citati come motivazioni per questa decisione.

Belforte è stato sottoposto a provvedimenti disciplinari in carcere e ha tentato di difendersi sostenendo di essere claustrofobico, incapace di trascorrere lunghe ore in cella.

Nonostante le sue dichiarazioni sulla volontà di collaborare con la giustizia e sull'indebolimento del clan Belforte, i giudici ritengono che Belforte continui a veicolare messaggi criminosi all'esterno e mantenga un ruolo apicale nel clan. La sua permanenza nel regime carcerario duro è stata confermata.

Articolo pubblicato il 17 Aprile 2024 - 07:12 - Gustavo Gentile

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