L’acquisto di nastro adesivo pochi giorni prima dell’omicidio, il presunto sopralluogo nella zona industriale di Fossò, i coltelli trovati in auto e i teli di plastica che avrebbero coperto il corpo di Giulia Cecchettin: sono questi alcuni degli elementi che gli inquirenti stanno valutando per contestare a Filippo Turetta l’aggravante della premeditazione.
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Se riconosciuta, questa aggravante potrebbe portare Turetta all’ergastolo.
L’interrogatorio di Turetta davanti al gip Benedetta Vitolo è previsto per l’inizio della prossima settimana. In quell’occasione, i pm potrebbero presentare nuove accuse a carico dell’uomo, tra cui l’occultamento di cadavere.
Al momento, Turetta è accusato di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva terminata e di sequestro di persona.
Secondo gli inquirenti, Turetta avrebbe già deciso di uccidere Giulia dopo la cena al centro commerciale di Marghera. La ragazza aveva lasciato l’ex fidanzato la scorsa estate e non voleva riallacciare la relazione.
Turetta, intanto, arriverà in Italia domani con un volo militare da Francoforte. Andrà nel carcere di Verona, dove sarà sorvegliato a vista 24 ore su 24 per evitare gesti autolesionistici.
Dal telefono di Giulia, che non è stato ancora ritrovato, risulta che la ragazza è stata aggredita la prima volta nel parcheggio a 150 metri da casa. Un vicino ha visto l’aggressione e ha chiamato il 112, ma non è riuscito a fornire il numero di targa dell’auto.
Il padre di Giulia, Gino, aveva presentato denuncia di scomparsa il giorno successivo all’omicidio. Lui stesso aveva spiegato che la figlia aveva lasciato Turetta anche per la sua “eccessiva gelosia”.
Turetta potrebbe decidere di parlare davanti al gip. La sua difesa, rappresentata dall’avvocato Giovanni Caruso, valuterà la possibilità di chiedere una perizia psichiatrica.
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