Se in campo la squadra di Rudi Garcia non sta facendo strabuzzare gli occhi come quella di Luciano Spalletti, fuori, precisamente nei meandri del bilancio, nelle stanze di dirigenze e contabilità, c’è un Napoli ancora da record. Sarà il terzo scudetto, sarà una campagna acquisti oculata, sarà una serie di accordi commerciali che permettono di guardare con fiducia al futuro, ma la situazione economica della squadra partenopea è assolutamente florida.
Nonostante una campagna acquisti estiva che si è conclusa in negativo (104 milioni di spesa, 77,50 milioni di entrate, per un rosso di 26,50 milioni di euro secondo Transfermarkt.Potrebbe interessarti
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Il mondo del calcio è infatti ormai fortemente dipendente dal merchandising e dalle sponsorizzazioni, come evidenziano bene i numeri del rapporto con il gambling e il betting. Secondo quanto si legge su GamingInsider.it, infatti, le scommesse sportive in Italia sono passate dai 730 milioni ai 18 miliardi in appena 20 anni, con numeri impressionanti anche per il calcio, protagonista di una crescita dai 2 miliardi del 2006 agli oltre 13 del 2023. Numeri che poi si riversano sulle società, grazie a sponsorizzazioni e a partnership soprattutto nel campo della comunicazione.
Sponsor, magliette, spettatori. Ma il vero punto forte del bilancio del Napoli è quello del player trading, il mercato dei giocatori. Nell’era De Laurentiis i numeri parlano di 90 milioni versati dalla Juventus per Higuain, quasi 70 milioni dal Paris Saint Germain per Cavani (senza contare i 50 milioni pagati in epoche diverse prima per Lavezzi e poi per Fabian Ruiz) e infine la cessione da 40 milioni di Koulibaly al Chelsea. I prossimi? Osimehn e Kvaratskhelia. Due colonne della squadra di oggi. Due voci fondamentali, da oltre sette zeri, del bilancio del futuro.
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