Prosegue nel Casertano la mobilitazione di lavoratrici e lavoratori delle aziende Softlab e Orefice; i primi - oltre 200 gli addetti Softlab - sono senza stipendio, i secondi - sono 23 - licenziati e senza lavoro, ma in ogni caso tutti ex dipendenti della multinazionale Jabil di Marcianise (CASERTA), usciti dal suo organico e passati nelle due aziende, attraverso incentivi dati tanto al lavoratore che alle due società.
L'obiettivo era salvare i lavoratori dal licenziamento mediante una concreta reindustrializzazione, che però non è mai decollata: da un lato la maggiorparte degli ex Jabil, una volta in Softlab, ha fatto cassa integrazione, come la faceva già nella multinazionale, senza essere impegnata in progetti produttivi; mentre i 23 lavoratori passati in Orefice hanno prima rifiutato un trasferimento in Sardegna nonostante il patto prevedesse un impiego nel Casertano o al massimo nel napoletano, e poi licenziati.Potrebbe interessarti
Gli addetti attendono tre mensilità ma chiedono soprattutto certezze per il futuro, anche perché l'azienda non sembra abbia problemi nel resto del Paese; ed invece dal primo ottobre chiuderà la sede Softlab nel capoluogo CASERTA, che fu inaugurata qualche anno fa dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, e tutti gli addetti andranno alla sede di Maddaloni. Gli addetti ex Orefice, mercoledì 27 settembre, saranno invece in presidio presso la Prefettura di CASERTA.
In una nota congiunta, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm spiegano che "dopo gli ultimi incontri che si sono svolti al Mimit e in Regione Campania, ancora non ci sono risposte sulla drammaticità delle vertenze. Il fallimento delle reindustrializzazioni non possono ricadere sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie". Le sigle invitano "la cittadinanza, le istituzioni e i parlamentari eletti sul territorio a sostenere la lotta per la salvaguardia del posto di lavoro".







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