Nella recente vicenda legata a Giulia Tramontano, la 29enne incinta uccisa dal suo fidanzato, sono emersi dei dubbi significativi. Gli investigatori sospettano che Alessandro Impagnatiello abbia pianificato per mesi di liberarsi del feto di Giulia, il piccolo Thiago.
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All’interno del corpo della giovane sono state trovate tracce di sostanze tossiche compatibili con bustine di topicida nascoste nella loro casa a Senago, in provincia di Milano. Questo dettaglio cruciale potrebbe indicare che Impagnatiello aveva premeditato tutto.
Alessandro Impagnatiello ha negato più volte di aver progettato l’omicidio, poiché sa che sarebbe punito con maggiore severità. Tuttavia, le sue ricerche su internet suggeriscono il contrario: “come uccidere una donna incinta con il veleno” e “come avvelenare un feto” sono alcune delle dubbi che Impagnatiello avrebbe inserito su Google mesi prima dell’omicidio, a dicembre.
Gli inquirenti ritengono che il piccolo Thiago rappresentasse il principale ostacolo per la nuova relazione che Impagnatiello stava cercando di instaurare con un’altra ragazza. Nel medesimo periodo in cui sono state effettuate le inquietanti ricerche online, Giulia avrebbe scritto a un’amica di essersi sentita male dopo aver bevuto “qualcosa di caldo”.
Ora, gli investigatori sospettano che Impagnatiello abbia avvelenato Giulia in modo graduale sin dall’inverno precedente. In tal caso, si potrebbe ipotizzare anche una forma di aborto doloso.
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