Un bambino di otto anni è morto dopo esser stato risucchiato dallo scarico in una vasca delle terme di Cretone, a Palombara Sabina, in provincia di Roma.
Il bambino è affogato durante le operazioni di svuotamento e pulitura di una delle vasche della struttura. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri oltre al personale del 118.
Le terme sono aperte al pubblico dalle 9.30 alle 18.30 e dalle 21 alle 24 solo il martedì, giovedì e sabato e l’incidente sarebbe avvenuto proprio al momento della chiusura. Alcune delle persone che erano presenti nell’impianto termale hanno visto il bambino cadere nella vasca ed hanno tentato di tirarlo fuori ma hanno rischiato di essere risucchiate anche loro.
A recuperare il corpo del bambino sono stati i sommozzatori del nucleo di Roma dei vigili del Fuoco, mentre delle indagini si occupano i carabinieri di Monterotondo che dovranno stabilire come mai la manutenzione era cominciata sebbene ci fossero ancora dei clienti.
La Procura di Tivoli dovrà ora attendere la relazione sull’incidente. Il piccolo era con i genitori che sarebbero sotto choc e non ancora in grado di spiegare la dinamica dell’incidente. Le Terme si trovano a circa 30 chilometri a Roma. Hanno tre grandi piscine, alimentate a ricambio continuo, da cui sgorga acqua calcica-solfurea ad una temperatura di 23 gradi circa.
L’acqua termale sulfurea è nota fin dall’antichità per le sue proprietà terapeutiche e cosmetiche ma dal 1987 sono riconosciute dal ministero della Sanità.
La Procura di Tivoli, che ha delegato per le indagini i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, ha disposto l’audizione di alcuni bagnanti, presenti al momento dell’incidente, che hanno provato a salvare il bimbo e che hanno rischiato di venire risucchiati dal vortice d’acqua creato dalle pompe di aspirazione dello scarico, il cui bocchettone è largo diversi centimetri.
Il corpo del bimbo è stato ripescato a valle dello scarico dove era rimasto intrappolato. Non è escluso che qualcuno dei dipendenti della struttura termale, addetto alla pulizia e allo svuotamento vasche, non abbia rispettato le procedure di sicurezza previste.
Prima di iniziare le operazioni di pulizia, era stato diffuso più volte, attraverso gli altoparlanti, il messaggio che avvertiva i bagnanti dell’imminente chiusura e di uscire dall’acqua. Questa circostanza è stata confermata dai presenti che sono stati ascoltati dagli investigatori.
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