Ci sarebbero i classici tombaroli, ma anche collezionisti privati, mediatori e responsabili di importanti case d'asta tra gli oltre venti indagati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere per ricettazione e furto di beni culturali nell'ambito della maxi-indagine che ha permesso di intercettare migliaia di reperti antichi trafugati dall'Antica Cales, area archeologica situata nei pressi del comune di Calvi Risorta, nel Casertano, abbandonata da anni.
Un vero scrigno di bellezze quasi tutte ancora sotto terra, che i tombaroli portano alla luce costantemente alimentando un fiorente traffico illegale di reperti antichi di grande valore.
L'indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo tutela Patrimonio Culturale di Napoli, si protrae da oltre un anno, durante il quale i militari hanno fatto anche arresti eccellenti.Potrebbe interessarti
Casal di Principe, sgomberata la villa confiscata a un esponente dei Casalesi
Caserta, smantellata la “fabbrica” delle auto rubate: 8 ai domiciliari per un giro da 200mila euro
Caserta , presa la "donna dei portafogli": furti seriali e spese folli con clonate
Discarica abusiva nel Casertano: 10 tonnellate di rifiuti sequestrate a Succivo
Fondamentale, per capire anche il grado di coinvolgimento dell'esperto d'arte svizzero, sarà l'esito della rogatoria inviata ai magistrati elvetici dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.
"Questa indagine è molto importante perché permette di ricostituire un patrimonio artistico spesso abbandonato e dunque alla mercé di malviventi e trafficanti, ma anche e soprattutto di salvaguardare la memoria di un territorio come quello casertano, dove sono tanti i siti archeologici e artistici", spiega il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere Antonio D'Amato, che ha coordinato le indagini con i sostituti Armando Bosso e Giacomo Urbano (il procuratore è Pierpaolo Bruni).







Lascia un commento