"Quello del medico non è un lavoro che si improvvisa, sono stata incisa 24 ore dopo la rottura delle acque, sono stata abbandonata alla speranza che i dolori incalzassero e il battito della bambina di stabilizzasse. È stata per me una violenza. Tutto per un maledetto parto naturale".
Racconta così Giulia, sui social, la morte della sua bimba appena nata Camilla, che è nata con un parto cesareo all'ospedale villa Betania di NAPOLI dopo un'attesa che la donna accusa essere stata troppo lunga e che ha portato alla morte della sua primogenita. Sull'accaduto è stata aperta un'indagine dall'autorità giudiziaria.
"Oggi torno a casa - scrive la donna di 31 anni - con il ventre vuoto, una cicatrice ed una bara.Potrebbe interessarti
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Tanti, tanti ostacoli al parto naturale e mi è stato detto 'sofferenza fetale è un parolone'. Nonostante queste parole ho stretto a me una bimba col cuore caldo ed il cervello spento. Distacco di placenta improvviso". La donna descrive in maniera netta le ore di attesa e sofferenza: "Tutto per un maledetto - scrive - parto naturale con sacco rotto, ipertono uterino, battito della bimba decelerato, bambina troppo su, utero chiuso. Quanto ancora deve essere complicato un parto per decidere di intervenire? E invece no aspettiamo di non sentire più il battito, qualcosa non va.
È troppo tardi, la morte cerebrale della mia bimba e' sentenziata ma il suo cuore è forte, resiste, si aggrappa alla vita, al mio petto. Cami muore 24 ore dopo l'intervento. Siamo nati e morti con lei. Il dolore è inspiegabile ma non mi fermerò mai, esigo giustizia per la mia anima innocente. Lotterò affinché la sua morte non sia invana, affinché nessuna donna e nessun bambino vengano trattati in questo modo, affinché nessun papà stringa a se la sua bimba morta senza neanche capire cosa sia successo. Te lo prometto amore mio".






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