“Mi dispiace per la morte di quel ragazzo, ma io sono innocente, perché avevo una pistola a salve, qualcun altro ha sparato colpi veri, non io. Ho fornito le indicazioni per ritrovare l’arma che usavo”.
E’ la versione fornita da Francesco Pio Valda il 20enne di Barra, figlio del defunto boss di Barra, Ciro Valda, in carcere da 5 giorni per l’omicidio di Mergellina di una settimana fa del 19enne innocente Francesco Pio Maimone.
Il giovane detenuto, nonostante abbia scelto la comoda soluzione di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip del Tribunale di Napoli durante l’interrogatorio di garanzia, sabato scorso si è confidato con il garante dei detenuti Samuele Ciambriello, nel corso di una sua rituale visita nel carcere di Secondigliano.
Ciambriello ha incontrato alcuni detenuti del reparto Ionio, del polo universitario, altri reclusi di altri dipartimenti. Poi ha incontrato anche Valda, che ha raccontato la sua vita: il padre ucciso dieci anni fa dalla camorra, il rapporto difficile con la madre, brutalizzata quando era incinta.
Ha raccontato infatti parte della storia della sua famiglia già nota: “Mi chiamo Francesco Pio perché sono vivo per miracolo. Mia madre fece un voto a Padre Pio, perché venne gravemente ferita da mio padre mentre era incinta”.
Gli investigatori però ritengono che la parte del racconto della pistola a salve sia di pure convenienza visto il revolver 38 special non è stato ritrovato e che nessuno dei testimoni ha parlato di un’altra pistola e infine non c’è traccia delle famose scarpe da mille euro sporcate e che ha fatto scatenare l’inferno a Mergellina una settimana fa che ha portato alla morte dell’innocente Francesco Pio Maimone. Scarpe che non sono state ancora ritrovate.
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