Ha detto di non avere mai saputo che il suo paziente fosse Matteo Messina Denaro, il medico di base Alfonso Tumbarello, arrestato martedi’ per concorso esterno e falsi ideologici pluriaggravati, interrogato oggi dal gip nel carcere del Pagliarelli.
Il medico, le cui ricette e prescrizioni – intestate al prestanome Andrea Bonafede – hanno consentito al boss di sottoporsi a numerosi trattamenti sanitari, proteggendo la sua latitanza, avrebbe sostenuto di avere saputo che a Bonafede era stato diagnosticato il tumore e di essersi limitato, senza visitarlo, alla prescrizione di cure e accertamenti recapitati tramite il cugino.
Il paziente Bonafede/Messina Denaro) avrebbe anche chiesto che non si sapesse in giro della malattia, richiesta che avrebbe – secondo Tumbarello – anche spiegato alcuni comportamenti come, ad esempio, quello di non presentarsi fisicamente nello studio medico.
Il medico avrebbe inoltre ammesso di aver fatto da tramite tra l’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino e il fratello di Messina Denaro, Salvatore, che risiede a Campobello di Mazara, paese in cui esercitava la professione di medico di base e luogo e’ stato rinvenuto l’ultimo covo del boss latitante arrestato a Palermo il 16 gennaio scorso.
Interrogato stamane anche Andrea Bonafede, omonimo e cugino di colui che ha ceduto l’identita’ al boss: anche lui durante l’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip Alfredo Montalto, avrebbe sostenuto di non avere mai sospettato che il vero paziente fosse in realta’ Matteo Messina Denaro e di essersi limitato a fare la spola per assecondare le le richieste del cugino, paziente del medico Alfonso Tumbarello.
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