Tra gennaio e febbraio è programmato il rinnovo dei rappresentanti degli ordini forensi. A Torre Annunziata si voterà il 3 febbraio. Il momento per l’avvocatura non è dei migliori. Ne parliamo con l’avvocato Elio D’Aquino, noto penalista del foro di Torre Annunziata, già presidente della Camera Penale e vicepresidente dell’ordine degli avvocati oplontini.
Lei quest’anno non è candidato. Una scelta volontaria?
“No. In realtà si tratta di un rispetto delle regole. La Corte di Cassazione ha cristallizzato un orientamento che vede incandidabili gli avvocati eletti per due mandati consecutivi. Questo è il mio caso”.
Come sta vivendo l’avvocatura questa fase della politica forense?
“L’avvocatura vive uno dei momenti più bui della sua storia. Bisogna avere il coraggio di ammetterlo. Le ragioni sono profonde e affondano le radici in scelte strategiche assolutamente devianti che risalgono a qualche decennio fa, quando si preferì un accesso indiscriminato all’albo per questioni elettoralistiche o per rafforzare il potere contrattuale della lobby a livello nazionale, a scapito del prestigio e dell’autorevolezza che ha sempre contraddistinto la professione forense”.
Cosa sta provocando questa crisi?
“Negli ultimi anni si sono cancellati dall’albo numerosi avvocati, alcuni anche noti. Siamo oramai nell’ordine delle centinaia. In molti preferiscono soluzioni più pratiche, come l’ufficio del giudice del processo o l’assunzione in qualche cancelleria.
Questo è il sintomo di un’avvocatura in affanno e di un delicatissimo momento storico. C’è inoltre crisi di rappresentatività e una difficoltà ad individuare punti di riferimento credibili, con ricadute esiziali nel rapporto con i Magistrati. Questo dato è incontrovertibile. L’unica eccezione è rappresentata dalla Camera Penale, che non ha perso la propria identità e continua ad essere protagonista di valorose battaglie”.
In queste elezioni concorrono tre liste, lei sosterrà qualcuno in particolare?
“Io sosterrò la lista guidata da Antonio Cesarano, in particolare quei candidati del territorio con cui ho condiviso un percorso di confronto iniziato già da tempo.
E’ una scelta di lealtà verso valorosi colleghi che come me hanno aperto con le loro dimissioni un dibattito costruttivo all’interno dell’ordine. Ovviamente non si tratta di una scelta contro gli altri schieramenti, ma semplicemente di coerenza, principio che ha da tempo disertato le nostre esistenze.
Io auspico che dopo queste votazioni l’avvocatura torrese saprà ritrovare unità e compattezza quale ultima possibilità di recuperare il prestigio perduto e soprattutto per continuare ad interpretare quel glorioso compito affidatoci dai padri costituenti”.
Che ne pensa delle polemiche sul Ministro di Giustizia Nordio.
“Sono con Nordio senza se e senza ma. Le grandi battaglie dei penalisti segnano nelle sue proposte di riforma finalmente un approdo.
Nel frattempo, però, già iniziano le nuove sfide. Negli Stati Uniti gli imputati presto potranno difendersi da soli supportati da strumenti di intelligenza artificiale! Ma questa è un’altra storia!”.
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