E’ caccia a 5 dei sette detenuti evasi (due sono stati ripresi nella serata di ieri) ieri in tarda mattinata dal carcere minorile ‘Cesare Beccaria’ di Milano.
La notizia della maxi evasione nel giorno di Natale sta alimentando le polemiche sul sistema detentivo che riguarda i minorenni in Italia. Nello stesso istituto di pena dopo la maxi evasione c’è stato anche una rivolta degli altri detenuti con incendio di materassi e lenzuola poi rientrata nella serata di ieri.
Sono quattro gli agenti di Polizia penitenziaria portati in ospedale dopo essere rimasti intossicati ieri sera dal fumo causato dalle fiamme appiccate nelle celle da alcuni detenuti dell’istituto minorile Beccaria di Milano, dopo che sette reclusi erano scappati. Due sono già stati presi. Gli agenti hanno 25, 26, 27 e 34 anni e sono tutti stati portati tutti all’ospedale San Carlo, nessuno in condizioni gravi. Il 118 ha mandato sul posto cinque ambulanze e altri due mezzi.
” Non stiamo leggendo un bollettino di guerra, ma la cronaca di un ‘ordinario’ pomeriggio di Natale presso l’istituto penale per minorenni ‘Cesare Beccaria’ di Milano, destinato a contenere ragazzi – che poi tanto ragazzi non sono visto che la loro età può spingersi fino a 25 anni – evidentemente non di minore spessore delinquenziale rispetto agli adulti”. Così Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commenta i fatti che hanno interessato il pomeriggio di Natale l’istituto penale per minorenni di Milano.
“Nel momento in cui la maggioranza di governo si appresta, con la manovra economica, ad abbattere la scure di ulteriori tagli sul mondo penitenziario, peraltro riducendo anche le risorse economiche destinate al salario accessorio della Polizia penitenziaria e alimentate con i fondi dei rinnovi contrattuali, viene acclarato il fallimento della gestione complessiva dell’esecuzione penale detentiva, sia che si guardi agli adulti sia che si volga l’attenzione verso i cosiddetti minori”, continua il leader sindacale.
“Servono riforme complessive che passino dalla reingegnerizzazione del sistema d’esecuzione penale, dalla riorganizzazione del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC) e del Dipartimento dell‘Amministrazione Penitenziaria (DAP), che devono mantenere intatta la rispettiva autonomia pur in un contesto di programmazione e coordinamento, e dal potenziamento del Corpo di polizia penitenziaria, mancante di ben 18mila unità su 36mila effettivamente presenti.
Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rompa gli indugi e, al di là delle dissertazioni e delle declamazioni di principio, apra immediatamente un confronto permanente che consenta l’individuazione di soluzioni concretamente percorribili e auspicabilmente condivise. Noi siamo pronti come sempre a fare la nostra parte fornendo il nostro competente contribuito di idee e proposte”, conclude De Fazio.
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