Figura anche il “pentito” Daniele Pandolfi – vittima designata di un agguato scattato a Napoli una tragica sera del 2016 e invece costato la vita a un suo amico che con la camorra non aveva nulla a che fare – tra i due collaboratori di giustizia che la Corte di Assise di Appello di Napoli (IV sezione) ascoltera’ il 13 ottobre prossimo, nel Nuovo Palazzo di Giustizia Partenopeo.
I giudici hanno deciso la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale che prevede l’escussione dei due testimoni, gia’ ascoltati nell’ambito dell’iter giudiziario sulla morte di Antonio Bottone, un ragazzo di appena 20 anni (i cui familiari sono difesi dall’avvocato Sergio Pisani) ritenuto estraneo ai clan, colpito alla testa dai sicari durante l’agguato scattato la sera del 6 novembre 2016, davanti a un bar dei Colli Aminei di Napoli.
Il vero obiettivo del raid, secondo gli inquirenti, era proprio Pandolfi, ritenuto legato alla famiglia malavitosa dei Vastarella, che nell’agguato rimase ferito. L’omicidio di Bottone e il tentato omicidio di Pandolfi, sarebbe stato deciso nell’ambito della faida tra i clan Vastarella e Sequino al quale colui che in primo grado venne indicato come il killer, il 37enne Enrico La Salvia, e’ ritenuto appartenente. La Salvia, nel luglio del 2021, e’ stato pero’ assolto dalle accuse contestate dal Gup Anna Tirone “per non avere commesso il fatto”.
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