Giuseppe De Martino, il chirurgo arrestato si difende davanti al Gip
Interrogatorio di garanzia per il chirurgo finito agli arresti domiciliari nei giorni scorsi per concorso in falso ideologico e violenza privata si difende davanti al Gip.
Giuseppe De Martino, il 50enne chirurgo originario di Pagani in provincia di Salerno, è stato interrogato stamane dal giudice per le indagini preliminari di Napoli Giovanna Cervo. Il medico, assistito dall’avvocato Alfonso Mutarelli, ha consegnato al giudice le linee guida americane, internazionali e italiane che, sostiene, provano la liceità del suo operato. De Martino a cui il Nas di Napoli, nei giorni scorsi, ha notificato un provvedimento cautelare agli arresti domiciliari emesso per i reati di concorso in falso ideologico e materiale, violenza privata e violenza o minaccia per costringere a commettere un reato è accusato, tra l’altro, di aver esercitato pressioni nei confronti dei suoi collaboratori che si erano rifiutati di somministrare dei farmaci per la sedazione in assenza di un anestesista.
Riguardo questi episodi, ha detto l’avvocato Alfonso Mutarelli, legale del professionista di Pagani, “il dottore ha spiegato al giudice che il 50% degli specialisti in elettrofisiologia utilizzano questi farmaci senza la presenza degli anestesisti. Il dottore, dopo avere espresso forte disappunto, ha provveduto di persona e noi non escludiamo che all’epoca i quella clinica ci fosse un complotto nei suoi confronti”.
In relazione alle false attestazioni di presenza in sala operatoria, anche queste contestate dagli investigatori, l’avvocato fa sapere che “era la società a lui riconducibile ad avere un contratto con la clinica e non il dottore e che quindi non era imperativa la sua presenza in sala operatoria”.
“Al giudice – ha aggiunto l’avvocato Mutarelli – il dottore De Martino ha confermato di essere pronto ad assumersi le sue responsabilità ma anche di essere sicuro che la sua tecnica, riconosciuta a livello mondiale, ormai consente di eseguire determinati tipi di intervento senza la presenza del cardiochirurgo e anche senza gli anestesisti. Si tratta – ha spiegato l’avvocato – di sottoporre il paziente a sedazione e non ad anestesia. Ormai – ha concluso l’avvocato Mutarelli, che ha annunciato il ricorso al Tribunale del Riesame – il progresso sta facendo diventare superflue, in certi casi, alcune figure che una volta invece erano indispensabili”.
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