Camorra, omicidio Feldi: arrestati due ras del clan Amato-Pagano

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Camorra, omicidio Feldi: arrestati due ras del clan Amato-Pagano.

Il 16 maggio 2022, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di due affiliati di spicco del clan Amato-Pagano, gravemente indiziati di aver concorso nell’omicidio pluriaggravato di Francesco Feldi, affiliato al clan Sacco-Bocchetti, avvenuto a Napoli il 19 febbraio 2011.

Le due misure cautelari eseguite hanno riguardato il ras Carmine Amato, di 41 anni, giĂ  detenuto per altra causa e Raffaele Teatro di 32 anni giĂ  detenuto per altra causa.



    Carmine Amato, 40 anni, figlio di Pietro che e’ fratello del capoclan Raffaele e di Rosaria Pagano, sorella del boss Cesare, e Raffaele Teatro, 31 anni. Entrambi sono gia’ detenuti. I due, per gli inquirenti, devono rispondere di concorso nell’omicidio pluriaggravato di Francesco Feldi, affiliato al clan Sacco-Bocchetti, avvenuto a Napoli in via Stelvio il 19 febbraio 2011.

    Feldi, che era transitato nelle fila degli scissionisti, era gia’ sopravvissuto a un agguato nel 2008. Le indagini per la sua morte per mano di almeno due sicari che lo attendevano sotto casa puntarono a collegamenti tra l’agguato e l’arresto di Domenico Antonio Pagano, considerato il reggente degli scissionisti, due giorni prima dell’agguato a Feldi, in un appartamento a Cicciano.

    Francesco Feldi, detto ‘o stufato, fu ucciso per il controllo della piazza di droga nel quartiere di San Pietro a Patierno e la decisione venne presa da Carmine Amato, alias ‘capa ianca’, e Raffaele Teatro, genero del boss Raffaele Amato. Il primo era nel 2011 a capo degli Amato-Pagano dopo arresti e pentimenti.

    A raccontare ai magistrati della Dda i retroscena di quel delitto sono stati sei collaboratori di giustizia che gia’ avevano consentito l’arresto dell’autista del commando, Attanasio Liguori, condannato in via definitiva a 30 anni di carcere; dell’esecutore materiale Giovanni Illiano, che deve scontare 16 anni; e dei fratelli Carmine e Gaetano Annunziata, condannati a 14 anni per aver recuperato l’auto dei killer e fatto sparire le armi. Proprio i fratelli Annunziata e Illiano hanno raccontato all’Antimafia il ruolo di Amato e Teatro.

    Le dichiarazioni da pentiti hanno permesso di chiudere il cerchio attorno al delitto che permetteva agli Amato-Pagano di prendere il posto dei Sacco-Bocchetti a San Pietro a Patierno. In particolare, hanno riferito dell’ordine di uccidere arrivato da Amato per mezzo del suo portavoce, Teatro dopo un summit segreto in una villetta nel quartiere napoletano dei Camaldoli.


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